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Mentre in Occidente si scrivono analisi fortemente condizionate dall’idea di una competizione persistente Russia-USA per l’Europa e dall’ovvio assunto che la Russia sia una potenza europea, un brillante analista indiano, Sarang Shidore, ha una visione diversa. Per lui la Russia non è in Europa, è indiscutibilmente in Asia, e sta dimostrando di voler sviluppare progetti congiunti con la Cina che coinvolgeranno tutta l’Asia e cambieranno l’assetto globale, indebolendo gravemente il ruolo degli USA.
Effettivamente negli ultimi tempi Russia e Cina hanno assunto posizioni comuni su molte questioni di rilievo globale: entrambi gli stati si sono espressi contro l’intervento in Libia del 2011, hanno assunto posizioni identiche sulla Siria e sulla discussione all’ONU per la regolamentazione della guerra cibernetica. Hanno anche assunto posizioni analoghe su come agire nei confronti della Corea del Nord e dell’Iran. Entrambi si oppongono alla dottrina occidentale del diritto di intervento a fini umanitari. Entrambi si oppongono al dispiegamento di sistemi di difesa anti-missile in Asia Centrale da parte di paesi occidentali. D’altra parte la Cina, che nelle sedi internazionali sostiene sempre i principi del non intervento e dell’intangibilità delle frontiere, se ne è rimasta incredibilmente zitta nei confronti dell’intervento russo in Ucraina.
Pechino e Mosca in tempi recenti hanno condotto manovre militari congiunte in luoghi che vanno dal Mediterraneo al Mar Baltico, dal Mar di Giappone al Mar Cinese Meridionale. Dal 2002 in poi la Cina ha acquistato quantità crescenti di armi e attrezzature russe di difesa, inclusi i bombardieri SU-35 e i missili terra-aria S-400.
I Russi dal 2016 sono diventati i maggiori fornitori di petrolio alla Cina, stanno per diventare i maggiori fornitori di gas liquefatto, mentre la Cina ha investito massicciamente nelle società russe di estrazione e trasporto di energia. Recentemente ha acquistato un pacchetto importante di azioni della Rosneft.
Russia e Cina stanno anche organizzandosi per ridurre la dipendenza dei mercati internazionali dal dollaro e dal sistema bancario internazionale dominato dal dollaro. La Cina sta uscendo dal sistema SWIFT di pagamenti globali e ha creato un nuovo sistema, il CIPS. Anche la Russia sta creando un sistema alternativo. E da quando lo Yuan cinese è entrato nel paniere delle valute che costituiscono i Diritti Speciali di Prelievo le banche centrali di alcuni stati asiatici legano le oscillazioni della propria valuta a quelle dello Yuan, non più a quelle del Dollaro USA. La Cina ha anche annunciato l’uscita sul mercato di future in Yuan convertibili in oro, il che potrebbe preannunciare la decisione di adottare qualche variante di tallone aureo in sostituzione del sistema informale di tallone in dollari, che è in uso nel mondo dalla fine degli anni ’70.
Sembra dunque che Russia e Cina abbiano l’intenzione comune di staccarsi dai sistemi internazionali creati e dominati dall’Occidente, ponendo così le premesse per portare a un alto livello di pericolo la sfida all’Occidente sul piano normativo commerciale e finanziario, non soltanto sul piano tecnologico e politico.
Ma gli interessi di Russia e Cina sono destinati a rimanere convergenti, o si tratta di una convergenza tattica di breve durata? I due paesi hanno una storia di rivalità frequenti per il controllo dell’Asia Centrale. Inoltre la Cina ha una potenza economica e demografica enorme rispetto alla Russia, che non può non averne timore. Negli ultimi tempi però i due paesi sembrano essersi divisi i ruoli in Asia Centrale: i Russi dominano le associazioni per la difesa (CSTO, Collective Security Treaty Organization) e hanno basi militari in Tagikistan, Kirghizistan e Kazakhistan, mentre i Cinesi sono i principali partner per lo sviluppo di sistemi energetici e di trasporto che coprano e colleghino tutta l’Asia Centrale. La Belt and Road Initiative intende proprio far questo. Entrambi i paesi hanno interesse a sviluppare infrastrutture in tutta l’Eurasia, come dimostra la partecipazione di entrambi all’Unione Economica euro-asiatica e alla Shanghai Cooperation Organization. Russi e Cinesi rivendicano entrambi parti della Manciuria, ma anche su questo argomento negli ultimi tempi sono rimasti entrambi zitti e tranquilli.
La Russia però fa il possibile per mantenere saldi legami di amicizia con l’India, che è destinata a essere la grande rivale della Cina in Asia sia per popolazione che per potenziale economico e capacità tecnologiche. Mantiene anche legami di amicizia con il Vietnam e con il Giappone, tutti paesi che temono la crescita della potenza cinese. È evidente che la Russia mantiene il gioco su tutti i tavoli e gioca con accortezza le carte. Ma secondo Shidore la cooperazione fra Russia e Cina sarà di lunga durata, sarà cioè la caratteristica di base su cui poggerà il futuro ordine globale, che noi oggi ancora non percepiamo, ma che potrebbe divenire evidente nell’arco di una decina di anni.
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