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Lo scorso settembre, ad Astana, Turchia, Iran e Russia si sono rese garanti dell’accordo per il cessate il fuoco in Siria. L’accordo prevedeva che in quattro “aree di raffreddamento” (de-escalation zone) venisse sospeso il conflitto tra le forze di Bashar al Assad e i ribelli. Ma i tre paesi garanti dell’accordo non sono neutrali: la Turchia sostiene i ribelli antigovernativi, la Russia e l’Iran sostengono il regime di Assad. Ora, le due fazioni si accusano vicendevolmente di violare gli accordi.
La Turchia è preoccupata per l’avanzata di Assad nella zona di distensione di Idlib, la più grande e la più contesa delle quattro aree. Secondo la Turchia, l’avanzata di Assad è avvenuta in accordo con lo Stato Islamico e con il tacito supporto di Iran e Russia. La Russia, da parte sua, sostiene che i termini del cessate il fuoco non si applicano a tutti gli elementi dell’opposizione. Hayat Tahrir al-Sham, gruppo jihadista legato al ramo siriano di al Qaeda e molto presente nella zona di Idlib, per la Russia va eliminata anche dalle zone di raffreddamento. Inoltre la Russia accusa i ribelli della zona di Idlib sotto controllo turco di aver bombardato la base aerea russa di Hmeimim il 31 dicembre scorso, usando sofisticati velivoli senza pilota.
La Turchia vede l’Iran come un rivale a lungo termine che in Siria ha accumulato un notevole vantaggio strategico e che deve essere ridimensionato, mentre la Russia ne agevola il rafforzamento. L’alleanza fra questi tre paesi è stata costruita su interessi incompatibili. L’unica motivazione comune era la sconfitta di Daesh: ora che è raggiunta, l’alleanza non regge.
Iran, Turchia e Russia si incontreranno a Sochi a fine gennaio per pianificare il futuro della Siria, ma il futuro della Siria non sarà deciso né a Sochi né altrove. Si sta decidendo in Siria, proprio ora, e sta portando la Turchia a un conflitto di interessi con Russia e Iran. Il regime di Assad sta conquistando terreno e la Russia lo sostiene. L’Iran aspetta il momento di stanchezza della Russia per installarsi stabilmente in Siria.
La Turchia deve trovare un modo per fermare Assad e la Russia.
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