Sin dall’inizio della crisi in Ucraina (2014), la Russia cerca di gonfiare la percezione che del suo potere hanno i popoli alla sua periferia. La Russia ha convinto gli altri paesi che il suo potere è in crescita, ma questo non è sempre positivo, non soltanto perché aumenta la resistenza da parte di chi la teme, ma anche perché ora la Russia deve farsi carico di eventi che rientrano nella sua presunta area d’interesse, ma in realtà non lo sono. Proprio l’evidente sforzo di convincere gli altri della crescita del suo potere è indicativo del limite del potere della Russia.
La Russia, ad esempio, vuole giocare un ruolo nei Balcani. È molto solidale con la Serbia, che è molto preoccupata dall’aumento del potere albanese in Kosovo e nell’intera regione. La Macedonia ad esempio ha deciso di riconoscere l’albanese come una delle lingue ufficiali dello stato, perché gli Albanesi sono la minoranza più cospicua e il paese vuole il loro appoggio per accelerare l’adesione della Macedonia all’Unione Europea e alla NATO. Normalmente la questione non interesserebbe la Russia. Ma la Serbia è estremamente allarmata e la Russia è stata costretta a prendere posizione, condannando la decisione macedone. Il tentativo della Russia di presentarsi come grande potenza la porta al coinvolgimento in interessi che non sono i suoi, ma quelli dell’alleato regionale.
Una simile situazione si è verificata con la Turchia. I Russi sono intervenuti in Siria per preservare il regime del presidente Bashar al Assad. Non si trattava di una questione di primaria importanza strategica per i Russi, ma era una possibilità inaspettata di dimostrare grande potere a basso costo. L’evoluzione degli eventi ha portato i Turchi a intervenire contro i Curdi in Siria. La Russia vuole mantenere normali relazioni con la Turchia, né ha grande interesse per il futuro dei Curdi. Il governo siriano minaccia di intercettare gli aerei turchi sopra la Siria, cosa che complica la strategia turca di attacco ai Curdi. Perciò il capo dell'intelligence turca è volato a Mosca per discutere la questione con i Russi. Ora sia Assad sia i Turchi sia i Curdi riterranno la Russia responsabile degli avvenimenti nella zona curda della Siria, per averli o non averli permessi. Ora i Russi devono risolvere problemi che per loro non sono importanti.
La Russia si è impigliata in affari su cui ha poco potere o che portano a situazioni insostenibili. I rischi di coinvolgimento all’estero su questioni secondarie per i propri interessi diminuiscono il potere che una nazione possiede effettivamente. La Russia sta sperimentando i limiti di quel potere, il che è tanto più scoraggiante quanto più si ha bisogno di ingigantire l’apparenza del proprio potere effettivo.
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