Il saudita Arab news scrive che nella provincia di Afrin compiono attentati contro l’esercito turco ‘milizie iraniane’, che combattono a favore di Assad. Altre fonti confermano scontri fra i soldati turchi e ‘forze filo-governative’, senza precisare di quale nazionalità.
L’esercito turco ha fatto rapidi progressi nella regione di Afrin, anche grazie all’aiuto di milizie siriane ribelli filo-turche, e sta cercando di insediarsi a sudovest di Aleppo, nella cittadina di Al Eis. È qui che da una settimana avvengono scontri fra milizie filo-Assad e avamposti turchi. Al Eis è al di fuori della provincia di Afrin, sulla quale la Turchia ha avuto mano libera per accordo con la Russia, che guida la coalizione di forze pro-Assad. Che cosa vogliono fare i Turchi ora, avvicinandosi ad Aleppo?
L’esercito di Assad sta cercando di riconquistare Idlib, in mano a milizie ribelli filo-turche. Aleppo, la seconda maggiore città di Siria (ormai in rovine dopo cinque anni di combattimenti porta a porta) è al centro delle vie di collegamento fra il nord e il sud della Siria, e fra l’interno e la costa. È dunque il punto logistico da cui si può bloccare l’intero paese. I Turchi dicono ad Assad che, se continua l’avanzata su Idlib, può perdere il controllo di Aleppo.
Le reazioni dell’Iran all’intervento turco sono giunte già il 5 febbraio in due dichiarazioni di condanna rilasciate dal presidente iraniano Rouhani e dal suo ministro degli esteri. La Russia invece non ha commentato gli avvenimenti. Uno dei suoi aerei è stato recentemente abbattuto sui cieli di Idlib dai ribelli – quegli stessi ribelli che la Turchia vuole proteggere – ma la Russia non ha rilasciato dichiarazioni.
Sino ad ora Russia, Turchia e Iran hanno coordinato le reciproche mosse sul terreno in Siria, in una sorta di strana alleanza fra rivali. Iran e Russia vogliono che Assad rimanga al potere in Siria, la Turchia vuole che Assad cada. Tutte e le tre le potenze vogliono ampliare la propria sfera di influenza sulla Siria, gli uni utilizzando l’alleanza con Assad, gli altri facendo cadere Assad. L’alleanza a tre fra Russia, Turchia e Iran non può reggere a lungo: è un accordo tattico fra rivali che vogliono spartirsi la Siria, ma non vogliono ritrovarsi in una guerra reciproca sul terreno, che sarebbe disastrosa per ognuno dei tre rivali. La guerra di Siria è una delle proxy war (guerre per procura), che sono la norma nei periodi di pace fra le grandi potenze. Gli scontri non avvengono sul territorio delle grandi potenze, né direttamente fra gli eserciti della grandi potenze, ma in paesi periferici con stati deboli e malfunzionanti, impegnando soprattutto gli abitanti di quei disgraziati paesi, mentre le potenze che li sostengono forniscono addestramento, tattica, armi, copertura aerea, intelligence, milizie private.
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