Per la seconda volta in un anno il principe ereditario Mohammed bin Salman ha annunciato un rimpasto di governo, che questa volta riguarda i ministri della cultura, della vita islamica e dello sviluppo sociale. Negli stessi giorni il giornale francese Le Monde riferiva che il principe ereditario non permetterà che il Qatar acquisti i sistemi di difesa aerea S-400 fabbricati in Russia, mentre una TV israeliana riferiva di possibili piani sauditi per dotarsi di armi nucleari.
Il principe ha cacciato e sostituito molti alti funzionari nella struttura politica, militare e religiosa dell’Arabia Saudita, e la cosa più sorprendente è la mancanza di reazioni significative a tali terremoti. Forse i suoi oppositori stanno aspettando il momento più opportuno per ribellarsi, oppure c’è consenso all’interno dell’élite circa la direzione che il paese deve prendere? La situazione del paese è comunque precaria su più fronti.
L’anno scorso l’Arabia saudita ha lanciato un’alleanza per boicottare il Qatar e isolarlo politicamente ed economicamente. Ma il piano è fallito. Il Qatar non si è piegato, al-Jazeera non ha chiuso e gli USA non hanno smesso di usare il Qatar come quartier generale avanzato del loro Comando Centrale. L’economia del Qatar è addirittura migliorata, le relazioni del Qatar con la Turchia si sono rafforzate, al punto che la Turchia ha aperto una base navale in Qatar. Il Qatar inoltre non ha smesso di trattare con l’Iran su base pragmatica, ristabilendo piene relazioni diplomatiche con Teheran. L’iniziativa contro il Qatar ha messo in mostra la debolezza dell’Arabia saudita, non la sua forza.
L’unico vero vantaggio militare dei Sauditi sui vicini è la sua formidabile potenza aerea, costruita con hardware militare USA, che però potrebbe venire rintuzzata dal sistema S-400 russo. L’Arabia Saudita ha già visto che danni può portare il coinvolgimento russo nel Medio Oriente per gli interessi sauditi; l’intervento di Mosca in Siria ha fatto sopravvivere il regime di Assad, contro le speranze saudite e turche di sostituirlo con un leader sunnita. L’Arabia Saudita non vuole che la Russia puntelli altri stati ostili agli interessi sauditi, specialmente se sono ai suoi confini come il Qatar. Ma qui l’Arabia Saudita entra in un gioco pericoloso, perché rischia di spingere la Turchia, che ha già una base militare in Qatar oltre alla nuova base navale, a opporsi direttamente alle sue mosse.
L’Arabia Saudita ha dichiarato a maggio di voler perseguire un programma di armamento nucleare se l’Iran non rinuncerà al proprio programma nucleare. Poiché è chiaro che l’Iran non ha intenzione di rinunciare al programma di armamento nucleare a lungo termine, una corsa agli armamenti nucleari tra le maggiori potenze del Medio Oriente è soltanto una questione di tempo. Tra le potenze del Medio Oriente l’Arabia Saudita è di gran lunga la più debole, ma gli armamenti nucleari la riporterebbero in condizioni di parità. Oggi l’Arabia Saudita non è neppure abbastanza potente da indurre il Qatar ad allinearsi. Le difficoltà che il principe saudita sta affrontando sono davvero tante. La politica estera perseguita per decenni è evidentemente fallita, la politica interna ha sviluppato una società incapace di affrontare la modernità. Tutto è da cambiare rapidamente, ma evitando reazioni e ritorsioni disastrose.
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