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Il summit NATO di luglio 2018 è stato circondato di non pochi melodrammi, accuse, ritrattazioni… Che tristezza vedere tanto scadimento di stile. Ma alla fine quali decisioni sono state prese? Due sono le decisioni, per lo più trascurate dai media che hanno dato più importanza alla retorica sfoggiata in alcuni discorsi.
I paesi della NATO hanno deciso di stabilire un quinto quartier generale nei paesi del Nord Europa, chiamato Multinational Division North, chiaramente a protezione del bacino del Mar Baltico da possibili attacchi russi, di cui faranno parte anche Estonia, Lettonia e Danimarca.
La NATO ha confermato il suo pieno sostegno alla Turchia, il che dimostra l’importanza preponderante della geografia nei rapporti internazionali. Nonostante le repressioni interne di Erdogan, la durezza delle sue campagne contro i Curdi in Turchia e in Siria, la sua recente collaborazione con la Russia in campo militare (la Turchia sta comperando il più recente sistema di difesa antimissile russo), né l’Europa né gli USA corrono il rischio di schierarsi contro chi controlla le vie di accesso al Bosforo, al Mar Nero, al Medio Oriente, al Mediterraneo orientale. Russi, Europei e Americani faranno perciò a gara a non perdere l’amicizia di Erdogan, però alimenteranno contemporaneamente lo scontento e la capacità di combattimento di alcuni vicini (i Curdi, gli Armeni, Israele) per tenerlo sempre in condizioni di allerta e di rischio onde evitare che, sentendosi troppo sicuro di sé, aumenti troppo il prezzo della ‘amicizia’, rendendolo insostenibile.
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