L’Egitto si prepara alla guerra sul mare.
Contro chi?

11/10/2018

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Secondo l’International Peace Research Institute di Stoccolma (report di marzo 2018) l’Egitto è il terzo maggior acquirente di armamenti al mondo, dopo l’India e l’Arabia Saudita. Negli ultimi cinque anni il governo ha firmato grandi contratti di acquisto per mezzi anfibi da assalto, missili terra-aria, navi da guerra – tutti armamenti per combattere sul mare e nei cieli. I paesi fornitori sono gli USA, la Russia, la Francia e la Germania: una scelta oculata di fornitori diversi per non dipendere da nessun paese in particolare. L’esercito ha invece trascurato l’aggiornamento degli armamenti per combattere sul terreno, benché attualmente impegnato a difendere il territorio da attacchi di ribelli jihadisti nel Sinai e ai confini con la Libia. La maggior parte dei mezzi militari che l’esercito egiziano usa oggi sul terreno sono stati regalati all’Egitto dagli USA nei decenni scorsi.

L’uso integrato di armamenti e attrezzature di diversa origine, che utilizzano diverse piattaforme informatiche e necessitano di tante parti di ricambio di diversa provenienza, complicherà molto sia l’organizzazione logistica sia l’addestramento dei militari.

L’economia egiziana negli ultimi cinque anni è cresciuta, anche il turismo si è ripreso, ma l’Egitto ha enormi debiti con il Fondo Monetario Internazionale e con l’Araba Saudita. Anche la disoccupazione giovanile è ancora molto alta, il che mantiene il paese a rischio di improvvise rivolte. L’economia sta crescendo a ritmi sostenuti, ma non ancora sufficienti ad assorbire tutta la manodopera in eccesso, anche perché il tasso di crescita della popolazione è ancora molto alto. Si prevede che nel 2050 gli Egiziani saranno 150 milioni.

Perché destinare tanto denaro, tutto preso a prestito dall’estero, per prepararsi a una guerra sul mare e nei cieli? Contro chi? Oggi l’Egitto non ha nemici dichiarati, ma tutto il mondo islamico è sossopra, privo di stabilità. L’Egitto intende evidentemente attrezzarsi per riconquistare l’egemonia militare, politica e culturale del mondo arabo, di cui ha goduto nel XIX e XX secolo, in vista delle possibili sfide del XXI secolo.

 

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