Dopo aver vinto il secondo mandato di Presidente lo scorso giugno, dotato dei poteri esecutivi rafforzati dal referendum del 2017, Erdogan sta procedendo a consolidare la realizzazione della sua "nuova Turchia", molto più chiusa in se stessa, che fin dalla sua prima elezione è il suo obiettivo dichiarato.
Le purghe successive al fallito colpo di stato di luglio 2016, che inizialmente hanno preso di mira i militari e la burocrazia, si sono estese a tutti gli altri settori della società, mentre il governo agiva per mettere a tacere gli oppositori. Il licenziamento di migliaia di accademici dalle università ha generato una fuga di cervelli: studiosi di tutte le discipline hanno cercato impiego all’estero.
Ma il problema principale è che in Turchia è ormai profondamente radicato nella scuola di base un sistema didattico che ostacola lo sviluppo della competenza critica, anziché svilupparla. Dal 2016 nel programma nazionale di istruzione primaria statale non è più presente la teoria dell’evoluzione; vi sono invece molti chiari riferimenti a ruoli prestabiliti di genere. Agli scolari viene insegnato innanzi tutto a rispettare lo stato e l’autorità. Entro un decennio tale manipolazione del sistema educativo creerà probabilmente la prima generazione di giovani Turchi sospettosi nei confronti del ragionamento scientifico e degli stranieri, che guarderà all’autorità per valutare che cosa sia giusto e che cosa sbagliato. I media perpetueranno questa trasformazione, poiché leggi sempre più restrittive impediscono ai lettori e agli spettatori l’accesso a fonti di informazione indipendenti e critiche.
Un atteggiamento di simile chiusura sta prendendo piede anche in campo economico. Erdogan addebita il declino della lira turca a "speculatori" e "accaparratori", dice che la soluzione è smettere di comprare dollari ed euro e usare soltanto la valuta nazionale e prodotti nazionali. Il genero di Erdogan, Berat Albayrak, che come Ministro delle Finanze è responsabile della supervisione dell’economia, ha invitato i commercianti a non aumentare i prezzi e ha invitato le forze dell’ordine e i consumatori a segnalare "aumenti arbitrari dei prezzi". È l’inizio di un percorso che, se perseguito, condurrà a un’economia autarchica, chiusa all’innovazione, senza possibilità di sviluppo.
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