Il Regno Unito è un arcipelago di oltre mille isole con 66 milioni di abitanti, un prodotto interno loro di 2500 miliardi di euro, un arsenale di armi nucleari e un esercito molto ben organizzato. Il mare lo separa dal Continente, proteggendolo dalle invasioni. Tutto questo ha permesso al Regno Unito – che noi chiamiamo Inghilterra, indicando con la parte il tutto ? di dominare per secoli gli oceani e circa un quarto delle terre del mondo.
Ma anche nei momenti di maggiore potenza l’Inghilterra ha sempre dovuto sorvegliare gli eventi al di là della Manica, cioè in Francia e Germania, e attivarsi costantemente per prevenire il rischio che vi si sviluppasse una potenza tanto grande da rappresentare un pericolo. Perciò l’Inghilterra ha sempre sviluppato alleanze in Europa per contrastare la potenza più forte, che fosse la Francia di Napoleone o l’Impero zarista. Dal 1870 la potenza più forte e più pericolosa è stata la Germania che, se è unita, ha più popolazione e più ricchezza e più soldati della Francia o dell’Inghilterra (vedi il video “La Germania, locomotiva d’Europa"). La Germania è quasi tutta pianura, ha confini difficilmente difendibili, perciò tende a essere espansionista e a dominare i paesi vicini, piuttosto che correre il rischio di una guerra in casa. Questo la rende pericolosa per i vicini.
Dopo la Seconda guerra mondiale Francia, Germania e altri quattro paesi decisero di mettere in comune le risorse minerarie ed energetiche, anziché farsi guerra per il loro controllo (la Germania sconfitta era divisa in due). Poi svilupparono un Mercato Comune Europeo. L’Inghilterra capì che doveva avere un posto al tavolo delle decisioni che questi paesi prendevano, doveva entrare a far parte del gruppo per poterlo condizionare dall’interno. Ma per tutti gli anni ’60 la Francia di De Gaulle si oppose. Per De Gaulle il progetto europeo aveva come obiettivo anche la fine della dipendenza militare dell’Europa dagli USA, l’Inghilterra invece legata agli USA anche nel controllo congiunto di mari e dei cieli. L’Inghilterra poté entrare nella Comunità Europea soltanto nel 1973, dopo l’uscita di scena di De Gaulle. Negli anni seguenti votò sempre contro ogni proposta di rafforzamento della cooperazione militare europea ? come De Gaulle aveva previsto. L’Inghilterra inoltre si tenne potenzialmente autonoma rispetto alla Comunità, avendo negoziato clausole che le permettevano di rimanere fuori dai progetti che non fossero di suo pieno gradimento.
Dopo la riunificazione della Germania tutto cambiò in Europa. L’Inghilterra accettò di firmare il Trattato di Maastricht che istituiva l’Unione Europea, rifiutando però di entrare nell’eurozona e di abbandonare la propria moneta. A partire dal 2008 la crisi economica e monetaria diede un enorme potere decisionale alla Germania all’interno dell’eurozona, in quanto unica potenza che poteva garantire la stabilità dell’euro e imprestare agli altri stati il denaro di cui avevano bisogno per far fronte alla loro spesa pubblica. Londra non ebbe nessuna voce in capitolo nelle decisioni per l’euro, che plasmarono le sorti economiche – quindi anche politiche – della maggioranza degli stati europei da allora a oggi. Londra decise che si trattava di una situazione pericolosa, ma che non poteva modificare. L’unico paese europeo che ha possibilità di condizionare la Germania nelle decisioni che riguardano l’eurozona è la Francia. L’Unione Europea è divenuta di fatto una cogestione fra Berlino e Parigi. I leader politici inglesi iniziarono a ipotizzare l’uscita dall’Unione e promossero un referendum popolare che votò per la Brexit.
Ma nel frattempo molte cose sono cambiate. Nel 2014 gli Inglesi potevano ancora pensare di poter contare sull’alleanza strategica con gli USA, mentre oggi è evidente che l’interesse primario degli USA è il Pacifico, non più l’Atlantico. Neppure l’alleanza fra Inglesi e Americani in Medio Oriente e in Afghanistan è più di cruciale importanza per gli USA. Ma la flotta e l’esercito inglese non sono in grado di mantenere il controllo dei mari senza la flotta USA, perché l’Inghilterra non ha più risorse sufficienti, come mostra la tabella a fianco. L’Inghilterra cerca più sostegno dagli USA proprio ora che Trump invita gli Europei, soprattutto i Tedeschi, a provvedere alla propria difesa e a pagarla in proprio, perché gli USA hanno perso interesse alla NATO e all’Europa.
L’Unione Europea non si è sfaldata, come molti pensavano stesse per succedere nel 2016. L’Unione è una necessità per i paesi europei, che non possono presentarsi soli e in ordine sparso nelle trattative sull’ordine globale. Oggi appare quasi certo che rimarrà unita, anche se la governance dovrà essere riformata. Inoltre l’importanza dell’Inghilterra per gli USA diminuisce con la Brexit anziché aumentare, perché Londra non può più essere l’amico fidato che siede al tavolo delle decisioni europee, facendosi portatrice anche degli interessi strategici di Washington.
Con la riduzione dell’interesse degli USA per l’Atlantico, il principale baluardo territoriale contro la possibilità di invasione dell’Inghilterra torna a essere la Francia, come nella prima metà del 1900. Con la differenza, rispetto al primo ‘900, che la Francia oggi non teme attacchi dalla Germania. Piuttosto entrambi i Paesi guardano con sospetto al possibile espansionismo russo verso ovest, per mare e per terra. È sintomatico che proprio a gennaio 2019 l’Inghilterra e la Francia abbiano annunciato che condurranno azioni congiunte di sorveglianza nel Mar d’Azov, con il consenso della Russia. La Francia ha poi come priorità strategica il mantenimento di una posizione di prestigio in Africa e in Medio Oriente, proprio come l’Inghilterra.
La Francia non ha mai cessato di promuovere una qualche forma di cooperazione militare fra i paesi europei, possibilmente sotto la propria guida, indipendentemente dalla NATO. Dopo la Brexit l’Inghilterra non potrà più opporsi. A giugno 2017 l’Unione Europea ha creato una specie di piccolo quartier generale comune, definito Military Planning and Conduct Capability, che sta operando in Mali, Somalia e Repubblica Centroafricana. È stato istituito anche un fondo per la difesa europea, pur se di minuscola entità (13 miliardi di euro per 7 anni, un quarto di quanto spende da sola la Francia). A dicembre 2017 è stata lanciata la PESCO, Permanent Structured Cooperation, in cui gli stati membri possono partecipare su base volontaria allo sviluppo in comune di armamenti e di mezzi militari. Non si tratta di nulla di paragonabile alla creazione di un esercito comune europeo, ma è un inizio di cooperazione militare, in cui le aziende francesi hanno un ruolo trainante.
L’Inghilterra non può rimaner fuori dalla difesa europea. A giugno 2018 la Francia, il Regno Unito e altri 7 paesi europei hanno siglato un accordo per costituire una forza congiunta di pronto intervento. Fin dal 2010 Francia e Inghilterra hanno deciso di creare una forza congiunta di spedizione che dovrebbe diventare pienamente operativa nel 2020. L’Inghilterra sta anche creando una forza comune di spedizione con la Danimarca, la Lettonia, la Lituania, la Norvegia, l’Olanda, la Finlandia e la Svezia, cui la Francia si è detta disposta a partecipare in cambio dell’ aiuto inglese per trasportare le truppe francesi in Mali. Francia e Inghilterra hanno interesse a cooperare militarmente sia in Africa, sia in Medio Oriente, sia sull’Atlantico, perciò hanno interesse a mantenere buoni rapporti, anche dopo la Brexit.
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