All’annuale vertice sulla sicurezza dell’Europa, che si è tenuto a Monaco il 17 febbraio, sono apparse evidenti due cose:
- la Germania intende ridefinire il ruolo della NATO in Europa, in particolar modo per quanto riguarda i rapporti con la Russia;
- le intenzioni della Germania divergono da quelle di alcuni paesi europei e da quelle degli USA.
La Germania ha esplicitamente affermato che la rivalità con la Russia va vista in chiave politica, non strategica. L’obiettivo della politica europea, secondo la Germania, è spingere la Russia a integrarsi nel sistema europeo. La Germania non vede la Russia come irrimediabilmente ostile per motivi geopolitici di fondo, ma come un paese europeo integrabile nel Continente attraverso la politica. Questa esplicita affermazione mette in luce alcune divergenze di fondo negli interessi dei paesi europei e dei pesi NATO.
I paesi dell’est Europa, che per secoli hanno vissuto la realtà di invasioni e dominazioni russe – e nel XX secolo hanno vissuto anche l’invasione e la dominazione tedesca – sono spaventati dalla prospettiva di un asse fra Germania e Russia, perciò chiedono direttamente e attivamente alla NATO il rafforzamento delle difese contro la Russia, mettendo a disposizione il proprio territorio e i propri uomini.
L’interesse di fondo degli USA, paese egemone della NATO, è prevenire lo sviluppo in Europa di un potere economico e militare talmente forte da costituire un pericolo non soltanto per i vicini, ma anche per gli equilibri globali. Perciò anche gli USA temono la creazione di un blocco di interessi fra la Germania e la Russia, che ingloberebbe i paesi di mezzo.
In Europa occidentale a temere la saldatura d’interessi fra Germania e Russia e la creazione di una singola grande potenza è, come sempre, l’Inghilterra. Su questo aspetto gli interessi di Inghilterra e USA convergono sempre.
La Francia invece ha bisogno di tenere la Germania strettamente legata in un’alleanza prioritaria, perché l’esperienza storica insegna che, quando la Germania non è strettamente legata agli interessi della Francia, diventa il perno di una alleanza ostile che prima o poi invade e travolge la Francia, come avvenne nel 1870, poi di nuovo durante la Prima e la Seconda guerra mondiale.
Ma quale è l’obiettivo primario della Germania per la propria sicurezza? L’esperienza storica della Germania è che deve essere molto forte economicamente, ben organizzata e tecnologicamente avanzata per mantenere il controllo sulla grande pianura Europea, cioè a casa propria e a casa dei vicini, ma senza suscitare ostilità e senza mostrare ostilità nei confronti dei vicini, perché ogni volta che entra in guerra la Germania finisce col soccombere ed essere invasa e smembrata sia da est che da ovest. Perciò la Germania mantiene un basso profilo militare e considera un rischio per la propria sicurezza la decisione degli USA, della Polonia e della Romania di aumentare la presenza di soldati e di armamenti NATO in Est Europa, chiaramente in funzione anti-russa. Gli Stati Uniti considerano la posizione della Germania come l’astuto rifiuto di impegnarsi sia economicamente sia moralmente in una politica di alleanza e di sicurezza, tanto la NATO protegge comunque il fianco est della Germania.
La Germania ha bisogno di mantenere la coesione dell’Unione Europea, perché ha bisogno di mantenere il mercato unico europeo. La precondizione per la potenza e per la sicurezza della Germania è il suo essere il motore economico d’Europa, all’interno di un unico spazio economico, perché questo lega gli interessi dei vicini ai suoi, accresce costantemente la sua prosperità e garantisce la sicurezza attorno ai suoi confini. La Germania vive con grande allarme le tensioni e le rivalità interne all’Unione Europea – e la Brexit − per le conseguenze che ne possono derivare sul mercato europeo, che per la Germania equivale a un mercato domestico, le cui politiche vengono decise in modo prevalente da investitori e imprenditori tedeschi. Esercitare l’egemonia all’interno di un’Europa coesa e pacifica è d’importanza strategica per la Germania. Ma ora Polonia, Ungheria e Romania (tre paesi la cui economia è strettamente legata a quella tedesca, perché sono gli investimenti tedeschi a guidarne lo sviluppo) assumono posizioni critiche sull’Unione Europea e stringono vincoli più stretti con la NATO, organizzazione di difesa in cui la Germania non è egemone e l’Unione Europea non ha ruolo! Nel suo discorso a Monaco la Merkel ha ripetutamente sottolineato che la NATO è un’alleanza politica, prima che militare. Perché ribadire una cosa ovvia? Per ricordare agli altri paesi Europei che rafforzare operativamente i legami con la NATO in modo indipendente dalla Germania e dall’Unione Europea avrà conseguenze sui rapporti politici non soltanto con la Russia, ma anche con la Germania.
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