All’epidemia di peste suina africana che ha colpito recentemente la Cina si aggiunge un altro flagello: milioni di bruchi africani capaci di divorare totalmente in poche ore grandi distese di mais e di altre 80 specie vegetali sono arrivati a inizio anno nello Yunnan meridionale, tramite l’India, e si sono già espansi in altre 18 province.
La Cina è il secondo maggiore produttore mondiale di mais, ma non ne esporta molto: la maggior parte serve per il consumo domestico. Il maggior esportatore globale di mais sono gli Stati Uniti. Ma in previsione di una possibile contrazione di mercato a seguito della guerra dei dazi con Messico e Cina, nonché a seguito di un periodo di anomale inondazioni, gli agricoltori americani quest’anno hanno ridotto la semina di mais.
Il terzo maggior produttore globale di mais è il Brasile, che ha invece aumentato molto la piantagione rispetto allo scorso anno, altrettanto ha fatto l’Argentina. I due paesi saranno i principali beneficiari della richiesta cinese. Tuttavia i prezzi del mais sono già saliti nelle ultime settimane, in previsione di una grande scarsità di mais sul mercato globale rispetto alla domanda.
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