Liberamente tratto da un articolo di George Friedman per Geopolitical Futures
Uno dei fatti più sorprendenti della storia è che la Guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica non sia sfociata in un conflitto aperto. Le due superpotenze hanno sondato il terreno, si sono provocate, ma non sono mai arrivate a quella che sembrava la logica conclusione del loro confronto: una guerra nucleare. USA e URSS, contrariamente a quanto fecero gli stati europei nel 1914 e nel 1939, cercarono in ogni modo di evitare lo scontro diretto. Gli Europei pensavano che quelle due guerre sarebbero state brevi e contenute e i due fronti non riuscirono a stimare quali sarebbero state le conseguenze, mentre non si poteva avere alcun dubbio sugli esiti di una guerra nucleare.
Per sopravvivere, ogni nazione deve conoscere l’imperscrutabile, ossia le intenzioni reali del nemico. In guerra l’eventualità di sorprendere il nemico con forze schiaccianti è un’illusione, non conoscere le intenzioni del proprio nemico è un incubo. A evitare una guerra nucleare fu la certezza della distruzione reciproca, poiché entrambe le parti sapevano che un attacco avrebbe innescato una risposta dello stesso calibro. L’unico modo per evitare il conflitto era essere certi che ogni campo fosse a conoscenza delle capacità di colpire del nemico e che entrambi fossero in grado di scoprire un attacco in tempo utile per poter organizzare una risposta.
Tra le virtù aristoteliche prevalse la prudenza. La prudenza avrebbe anche potuto indurre una delle parti a cercare di colpire per prima, ma entrò in gioco la tecnologia. I Sovietici si concentrarono sulla creazione di una forza missilistica e anticiparono le loro potenzialità lanciando un satellite, lo Sputnik, in orbita terrestre bassa. Gli Americani furono indotti a fare lo stesso ma, al di là della propaganda, la creazione di satelliti aprì le porte a un atteggiamento di prudenza. Pochi anni dopo il lancio dei primi satelliti nacquero i satelliti di osservazione, in grado di individuare e colpire le basi missilistiche del nemico e, anni dopo, satelliti che potevano rilevare il calore prodotto da un lancio missilistico. I satelliti resero possibile conoscere le potenzialità del nemico e identificare un attacco missilistico con un anticipo sufficiente da organizzare un contrattacco. In questo modo si ridussero notevolmente le probabilità che una delle due parti potesse cogliere di sorpresa l’altra e la prudenza impose di evitare ogni azione che potesse mettere in allarme la controparte. Così la Guerra fredda si trasformò in un conflitto politico, a bassa intensità, invece che nella catastrofe in cui poteva tradursi.
Dopo il primo conflitto mondiale gli intellettuali si interrogarono sulle ragioni della guerra e molti le rintracciarono nella psiche umana. Sostennero che gli umani, in particolare i maschi, hanno una rabbia insita che, quando liberata, può essere appagata solo tramite la violenza. Nel fare questa operazione trasformarono la guerra in una pulsione, un elemento imprescindibile non soltanto della storia della società ma dell’animo umano. Se così fosse, la rabbia dovrebbe prendere il sopravvento sulla paura e spazzare via ogni prudenza. La Guerra fredda mostra invece che la realtà può imporre una prudenza in grado di sovrastare la rabbia primitiva insita nell’uomo. Dallo spazio possiamo vedere il nemico e lui può vedere noi. Per quanto profondo il rancore che nutriamo l’uno per l’altro, questo può essere mitigato dalla prudenza. L’idea che la guerra sia il risultato di un bisogno così profondo da non poter essere controllato si è dimostrata falsa. L’impulso a fare la guerra può esistere, ma non è necessariamente dominante.
È stato lo spazio a rendere impossibile la guerra. In molte tradizioni lo spazio, o meglio il cielo, è il regno della pace e della redenzione, è un posto incantato. Ma il fatto che abbiamo evitato di distruggerci a vicenda non ha origine nel nostro animo; è piuttosto dovuto al fatto che, grazie all’uso dello spazio, abbiamo modificato i termini dell’equazione tra rabbia e paura. Prima della Prima e della Seconda guerra mondiale il rancore ha sopraffatto la paura e la guerra è sembrata una mossa prudente. La Guerra fredda è rimasta fredda grazie alla logica della tecnologia. Molte persone sono comunque morte in conflitti minori, ma le due nazioni impegnate nel conflitto sono sopravvissute ed è un grande risultato per un secolo tragico come il XX.
Anche se demistifichiamo il cielo e pensiamo allo spazio in maniera più prosaica, come il regno di tecnici e budget (invece che degli dei), resta affascinante per almeno due ragioni: per la bellezza che gli astronauti hanno potuto documentare fluttuando contro ogni legge fisica presente sulla Terra e perché ha avuto il grande merito di rendere impossibile una guerra che altrimenti si sarebbe combattuta, con conseguenze disastrose.
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