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Il generale Haftar dichiara di sospendere le esportazioni di petrolio, questa è la notizia riportata il 19 gennaio 2020 da tutti i giornali. Non si capisce il significato e lo scopo di tale minaccia se non si sa che le fazioni libiche si combattono sul terreno dal 2011, ma non hanno mai cessato di andar d’accordo nel continuare a esportare il petrolio e utilizzarne congiuntamente i ricavi. La guerra civile si combatte perché le diverse fazioni vogliono modificare la propria quota di ricavi e di utile (come in una disputa fra azionisti di maggioranza e di minoranza per la nomina del CDA), ma gli accordi di base sono sempre rimasti in piedi e ogni volta che si è profilato il rischio che fossero degli esterni a prendere il controllo dei campi o dei terminali petroliferi, come nel caso dell’ISIS, le diverse fazioni libiche hanno sospeso le rivalità interne per combattere contro il pericolo esterno, dimostrandosi così ben più coese di quanto noi tendiamo a immaginare.
Vi riproponiamo l’articolo del 2016 La Libia fra tre governi, due enti nazionali per il petrolio e tante fazioni armate, perché la situazione sostanzialmente non è cambiata. Se davvero il generale Haftar blocca l’export libico, è per dire a tutti che ora basta, l’accordo deve proprio essere trovato, prima che gli interessi di altre potenze (che non hanno petrolio proprio, come la Turchia e l’Europa) sopraffacciano gli interessi delle tribù libiche, tutte quante insieme.
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