Nuovi schieramenti in Medio Oriente

30/01/2020

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Il piano di Trump per la Palestina non cambia di una virgola la realtà sul terreno (per ora), ma è la prima espressione diplomatica del nuovo schieramento degli interessi nazionali in Medio Oriente. Da circa vent'anni fra Israele e i paesi arabi vicini si è andata sviluppando una cooperazione operativa contro il jihadismo e contro l’Iran, entrambi pericolosi per i paesi arabi, così come per Israele. A queste preoccupazioni si è aggiunto ora il timore delle rivendicazioni turche sul Mediterraneo e sugli ex territori ottomani. L’Iran e la Turchia sono oggi molto più pericolosi per l’Arabia Saudita, l’Egitto, l’Oman, gli Emirati di quanto sia mai stato o potrebbe mai essere Israele. Israele perciò è per questi paesi un valido baluardo contro l’aggressività militare dell’Iran e contro l’espansionismo turco. La geopolitica dell’intero Medio Oriente ha assunto negli ultimi anni una nuova piega, determinata non più dall’espansionismo ideologico e militare dell’Occidente, ma dalle dinamiche regionali. E nelle dinamiche regionali la terra di Israele (o Palestina) è sempre stata, fin dai tempi della Bibbia, il punto di incontro e di scontro fra Egiziani e Persiani.

La Giordania è paradossalmente il paese che corre il rischio di maggiore destabilizzazione a causa del ‘piano di pace’, perché metà popolazione è palestinese ed è emotivamente schierata per il diritto al ritorno, benché la situazione geopolitica abbia sempre indotto la Giordania a una sostanziale collaborazione con Israele. 

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