Nonostante un secolo di fiera educazione nazionalistica, la società turca è profondamente divisa in schiere nemiche l’una all’altra. I Turchi amano ripetere che l’unico amico di un Turco è un altro Turco, esigono che anche il traffico si blocchi se risuona l’inno nazionale, si commuovono profondamente davanti alla bandiera. Ma secondo un sondaggio del 2016 del German Marshall Fund più dell’83% dei Turchi non accetterebbe il matrimonio di un membro della famiglia con un sostenitore del partito politico opposto al proprio, più del 78% non farebbe affari con lui, il 76% non lo vorrebbe come vicino di casa, il 74% non lascerebbe giocare i propri figli con i figli di un oppositore politico.
La profonda inimicizia fra gruppi politici diversi si è rivelata in modo drammatico nell’emergenza da coronavirus. Il 3 marzo scorso il presidente Recep Tayyip Erdogan ha lanciato una campagna nazionale di raccolta di donazioni pubbliche e private per far fronte all’emergenza. Campagne analoghe sono state lanciate a livello locale dai sindaci di Ankara e di Istanbul, per alleviare le difficoltà dei più poveri in quelle due grandi città che costituiscono il 25% dell’intera popolazione turca. Ma quei due sindaci, di recente elezione, appartengono al partito opposto a quello di Erdogan. Erdogan ha impedito alle due città di usare i fondi raccolti perché l’iniziativa non aveva ottenuto l’approvazione del governo e ha ordinato alle banche di congelare i fondi sui conti bancari delle due amministrazioni cittadine. Altre città turche amministrate da sindaci del partito al governo hanno lanciato raccolte fondi analoghe senza incorrere in analoghi problemi, perché secondo Erdogan avevano chiesto l’approvazione del governo. Ora il Ministro dell’interno ha denunciato i due sindaci per raccolta illegale di fondi. Pare che Erdogan si sia infuriato perché le raccolte fondi locali hanno avuto proporzionalmente molto più successo di quella nazionale.
Un altro esempio di estrema partigianeria è il blocco da parte del governo della distribuzione gratuita di pane alla popolazione organizzata dal sindaco di Mersin (di opposizione) negli stessi giorni in cui la stessa distribuzione gratuita di pane è stata permessa a Kayseri, dove il sindaco appartiene al partito di Erdogan. Anche i nuovi ospedali improvvisati per far fronte all’emergenza pandemica sono stati requisiti e chiusi dal governo nelle città amministrate dall’opposizione e autorizzati e aiutati nelle città amministrate dal partito a governo.
Finita l’emergenza, i Turchi continueranno probabilmente a cantare orgogliosamente l’inno nazionale e a ripetere che l’unico amico di un Turco è un altro Turco, mentre continueranno a odiare metà degli altri Turchi.
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