La Polonia accelera sul Gasdotto Baltico

12/05/2020

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A ottobre 2022 scade il contratto fra la Russia e la Polonia per le forniture di gas, per la stessa data la Polonia vuole poter aprire il gasdotto baltico, un progetto co-finanziato dall’UE per portare il gas dai giacimenti del mar di Norvegia fino in Danimarca e Polonia, fornendo così un’alternativa al gas russo

Il gasdotto costerà un miliardo e mezzo di euro, si sovrapporrà fisicamente al Nord Stream 1 e 2 nel Mar baltico. La Germania continua a sostenere il progetto Nord Stream 2, che la pone in contrasto politico sia con gli USA sia con la Polonia, che vogliono invece un Est Europa indipendente dalle forniture russe di energia. Il governo polacco ha dichiarato che il futuro gasdotto baltico servirà anche all’Ucraina, che ora è totalmente dipendente dalle forniture russe.

L’indipendenza dal gas russo non significa che non si faranno più contratti con la Russia, ma che si faranno soltanto a condizioni convenienti, e che se la Russia chiudesse i rubinetti, come ha fatto ripetutamente con l’Ucraina, il paese ricevente non sarà in ginocchio ma avrà un’alternativa immediatamente utilizzabile.

Il primo Nord Stream è attualmente in piena funzione e porta il gas direttamente dalla Russia in Germania. La Germania lo redistribuisce ai paesi vicini, inclusi la Polonia e l’Ucraina, ma la fonte originaria è sempre la Russia. È vero che la Russia non chiuderà mai i rubinetti del gas alla Germania se non in caso di tensioni geopolitiche tanto forti da portare a una guerra vera e propria, ma per l’Unione Europea rendersi più autonoma dal punto di vista energetico è una priorità geopolitica, perciò il raddoppio del gasdotto, chiamato Nord Stream 2, è un progetto che l’UE ha deciso di non co-finanziare, lasciandone il finanziamento soltanto alla Germania e alla Russia, che lo stanno costruendo in base ad accordi bilaterali. A fine 2019 le sanzioni americane alla Russia hanno colpito le aziende costruttrici di infrastrutture energetiche russe, incluso il Nord Stream 2, e i lavori si sono temporaneamente fermati, ma la Russia assicura che saranno terminati entro la fine del 2020, anche se le condizioni attuali del mercato dell’energia non sono affatto convenienti, perché i prezzi sono ai minimi storici e il gas viene venduto in perdita.

Il Gasdotto Baltico avrà una capacità di gran lunga inferiore a quella del Nord Stream 2, non basterà a rendere davvero autosufficiente l’Europa dell’Est per lungo tempo, ma è un’arma contrattuale importante, che può garantire l’autonomia almeno per i servizi essenziali. 

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