Il nuovo primo ministro iracheno Mustafa al-Kadhimi ha autorizzato il blitz dell’esercito iracheno contro il quartier generale in Iraq di Kataib Hezbollah, milizia filo iraniana. I primi resoconti giornalistici parlavano di consegna dei capi di Hezbollah agli Americani da parte della nuova amministrazione irachena. Ora si sa che non è andata affatto così. Pressato dagli USA, il governo iracheno ha compiuto il blitz, ha rinchiuso i membri della milizia per due settimane in alberghi lussuosi e poi li ha rilasciati tutti senza clamore.
L’Iraq è preso fra amici (gli USA) che sono a 5000 miglia di distanza e vicini che sono rivali da 5000 anni (l’Iran), come disse a Trump il precedente primo ministro iracheno.
Iran e USA hanno lo stesso obiettivo: evitare che l’Iraq torni a essere una potenza regionale aggressiva, come fu al tempo di Saddam e al tempo dell’ISIS. Ma per raggiungere questo obiettivo l’Iran vuole mantenere l’Iraq debole e diviso in fazioni, controllabile dalle milizie pagate dall’Iran stesso. Gli USA vogliono invece rafforzare il potere centrale di Baghdad perché si liberi di ogni milizia settaria interna o esterna, in modo che anche gli USA possano ritirare tutte le proprie truppe dalla regione. Gli USA vogliono andarsene e non possono farlo davvero finché non se ne vanno anche le milizie pro-Iran. L’Iran vuole mantenere le sue milizie a controllare il territorio e la politica dell’Iraq. Il governo iracheno agisce in modo da tener buoni gli uni e gli altri, ma soprattutto in modo da evitare che gli USA ritirino davvero tutte le truppe dal terreno, lasciando il paese del tutto esposto sia alle mire dell’Iran sia al desiderio di secessione dei Curdi.
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