Registrazione della lezione di Alberto Cavaglion del 6 luglio 2020
La questione del rapporto fra ebrei e letteratura italiana può essere indagata seguendo molteplici percorsi, che prendano di volta in volta in considerazione criteri diversi.
Tra gli scrittori ebrei, innanzitutto, va fatta distinzione tra quelli che hanno deciso di mettere l’ebraismo al centro della propria attività narrativa e quelli che, invece, non se ne sono occupati, oppure hanno “nascosto” l’ebraicità di personaggi cui hanno comunque attribuito una connotazione psicologica fortemente ebraica, come accade in Svevo.
Vi sono poi gli scrittori non ebrei che hanno scritto di temi ebraici o − come nel caso di Boccaccio e Pirandello − hanno inventato personaggi ebrei. Poiché esterno, il loro sguardo sull’ebraismo è forse ancor più interessante.
Passando per gli stereotipi della Commedia dell’Arte e della letteratura di appendice, l’excursus proposto da Alberto Cavaglion come introduzione generale al seminario si focalizza soprattutto sull’età moderna e contemporanea, perché è solo in seguito all’Emancipazione che l’ebraismo cominciò a interloquire con i generi letterari del proprio tempo e a confrontarsi con essi.
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