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Incastrato tra due giganti come il Brasile e l’Argentina, il Paraguay ha una posizione marginale sulla scena politica globale. Ha soltanto 7 milioni di abitanti e 407000 chilometri quadrati di superficie. La sua economia si basa grandemente sull’agricoltura, con un settore manifatturiero modesto. Nel 2019 il suo PIL è stato di 38,15 miliardi di dollari, ossia circa lo 0,03% dell’economia globale. Le esportazioni coprono il 35% del PIL e circa la metà è diretta ai paesi confinanti, Brasile e Argentina.
Come l’Uruguay e la Bolivia, il Paraguay fu creato sulla carta come stato cuscinetto tra il Brasile e l’Argentina. Non ha sbocchi sul mare ma è ricchissimo di fiumi, che costituiscono circa l’80% dei suoi confini. Il fiume Paraguay divide il paese in due, ma il 98% della popolazione si concentra nella parte orientale che, contrariamente a quella occidentale, ha precipitazioni abbondanti e suolo ricco. Il Paraguay non ha grandi giacimenti di minerali e metalli; ecco perché non fu mai di grande interesse per la Corona spagnola e fu uno dei primi paesi a ottenere l’indipendenza (1811).
Dopo l’indipendenza il Paraguay sviluppò l’economia e l’apparato amministrativo; le élite politiche e sociali conoscevano l’Europa e il pensiero politico del tempo, promossero innovazioni che permisero la centralizzazione del potere e la costruzione di progetti infrastrutturali importanti come la rete ferroviaria nazionale, oltre allo sviluppo di un esercito ben equipaggiato e addestrato. Il paese era piccolo, ma forte abbastanza per agire autonomamente. Intanto in Uruguay scoppiò una guerra civile in cui il Paraguay sostenne una fazione, Brasile e Argentina l’altra. Il Brasile e i suoi alleati ne uscirono vincitori e la nuova egemonia del Brasile sull’Uruguay iniziò a costituire un pericolo per il Paraguay, che ritenne di non avere alternative all’invasione del Brasile! All’inizio ottenne qualche successo, ma poi non poté competere con la forza di Brasile, Argentina e Uruguay. Così il Paraguay perse quasi un quarto del suo territorio: il fiume Paraná divenne il suo confine a est, il fume Paraguay quello a ovest. La guerra decimò anche la popolazione: si stima che persero la vita dal 50 al 60% dei Paraguayani, compreso il 90% degli uomini in età lavorativa e riproduttiva. Questo disastro demografico rallentò notevolmente la ripresa dell’economia e alterò i tassi di crescita della popolazione.
Durante la dittatura di Alfredo Stroessner (1954-1989) il governo incentivò il trasferimento di persone nella regione orientale del paese, in modo che vi si stanziassero, la deforestassero e vi impiantassero colture. Risposero anche molti Brasiliani. La vicinanza e confini porosi diedero vita a un’area di frontiera mista; ancora oggi in città come Santa Rita e Hernandarias i residenti (benché Paraguayani) parlano portoghese e bevono caffè in locali che ricordano più quelli di San Paolo che quelli di Asunción.
L’esempio del Paraguay dimostra come anche una piccola nazione possa influenzare notevolmente le dinamiche di una regione in cui si confronta con vicini più grandi e potenti. I fiumi paraguayani sono diventati una fonte importantissima di energia idroelettrica e le dighe di Itaipú e di Yacyreta solo le prime fonti di elettricità per Brasile e Argentina. Itaipú, la seconda diga idroelettrica più grande al mondo, ha un’importanza geostrategica inestimabile perché fornisce elettricità alla maggior parte delle industrie e delle aree residenziali del Brasile meridionale. La diga è sul fiume Paraná tra Brasile e Paraguay, che si spartiscono l’elettricità prodotta. Dato che la quantità di elettricità che gli spetta è superiore ai suoi consumi, il Paraguay ne rivende la maggior parte al Brasile, la cui industria è dipendente da queste forniture. Non a caso l’esercito brasiliano ha pronti diversi piani per mettere in sicurezza la diga in caso di un guerra in Paraguay.
Un altro ambito in cui il Paraguay ha un peso sproporzionato rispetto alla propria taglia è quello della produzione di soia. È il sesto produttore al mondo ed esporta gran parte della sua produzione. In questo caso l’area di confine con il Brasile crea qualche problema perché molti proprietari terrieri della zona hanno origini brasiliane e mandano i loro raccolti in Brasile da dove vengono esportati come prodotti brasiliani, talvolta dopo essere stati parzialmente lavorati. Paese di transito del traffico internazionale di droga e armi, il Paraguay ha infine un ruolo centrale anche nel crimine organizzato; Ciudad del Este è uno dei principali centri in cui i gruppi criminali riciclano denaro.
Così, anche se la geografia non lo favorisce, il Paraguay ha saputo individuare settori su cui puntare, punti di forza sui quali cercare di far leva per interagire con i vicini.
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