La banca centrale russa e le dogane russe hanno dichiarato che nel primo trimestre del 2020 soltanto il 46% dell’interscambio Cina-Russia ha usato il dollaro americano: il 30% è avvenuto in Euro attraverso la BCE e il residuo 24% è avvenuto in rubli o yuan. L’uso globale del dollaro per gli scambi internazionali dà molto potere agli USA, non tanto in termini economici, ma per la possibilità di imporre sanzioni che fanno davvero male all’ente o paese sanzionato. Le persone o gli enti o i paesi sotto sanzione non trovano più la possibilità di incassare o pagare dollari sui mercati esteri, perché ogni transazione in dollari passa al vaglio della Federal Bank americana. E le aziende che operano sul mercato internazionale sanno che verranno a loro volta colpite da sanzioni se daranno aiuto a terzi ad aggirare le sanzioni, perdendo così l’accesso al mercato americano e agli altri mercati che operano in dollari.
Molti paesi o enti cercano da anni sistemi alternativi all’uso del dollaro: criptovalute o sistemi di scambio bilaterali, come quello creato da Cina e Russia.
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