Western Sahara di nuovo in subbuglio

03/12/2020

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Il 17 novembre il Fronte Polisario è ufficialmente tornato alla lotta, rinunciando al cessate-il fuoco negoziato dall’ONU nel 1991 e durato sino ad ora. La regione è rivendicata come propria dal Marocco, ma il fonte Polisario e il governo (in esilio in Algeria) dell’autoproclamata Repubblica araba democratica del Sahrawi, sostenuto dall’Algeria, vogliono l'indipendenza. Secondo il cessate-il-fuoco del 1991 la questione si sarebbe dovuta risolvere con libere elezioni, che non si sono mai tenute.

A fine ottobre i sostenitori dell’indipendenza hanno tenuto manifestazioni al confine con la Mauritania, bloccando il transito di frontiera. Il Marocco continua a investire e operare nella regione, che è largamente disabitata ed è ricca soprattutto di giacimenti di fosfati, ma anche di potassio e ferro, forse anche di gas e petrolio. Il Marocco ha il sostegno di quasi tutti i paesi occidentali, ora anche di alcuni stati arabi. La Giordania ad esempio ha recentemente deciso di aprirvi un consolato, in aggiunta alla missione diplomatica in Marocco. Il Marocco propone ai Sahrawi l’autonomia amministrativa, ma non l’indipendenza politica.

Il maggior pericolo è che la questione guasti i rapporti fra Marocco e Algeria in modo serio. Tutta la regione del Sahel e del Sahara occidentale ne sarebbe potenzialmente destabilizzata. 

In arabo la regione si chiama Al-Sahra al-Gharbiyyah. Fino al 1976 costituiva il Sahara spagnolo, esteso su 252,120 chilometri quadrati. Include la valle del cosiddetto Rio de Oro, perché per secoli si pensò erroneamente che l’oro dell’Africa occidentale arrivasse di lì (ma era più a sud). Ha meno di un milione di abitanti. C’è pochissima agricoltura, ma vi si allevano cammelli e capre e si pesca molto pesce, seccato al sole e venduto anche all’estero.

La Kasbah e la moschea di Semara, cittadina costruita a fine 1800 da uno sceicco locale, sono fra i più famosi monumenti islamici dell’Africa occidentale. La regione fece parte dell’impero berbero dei Sanhajah Amazingh, dall XI secolo in poi fu governata da Beduini islamizzati e arabizzati. Oggi la città principale è Laayune, la vecchia capitale coloniale spagnola.

Nel 1884 Emilio Bonelli, della Sociedad Española de Africanistas y Colonistas, arrivò con una spedizione e firmò un trattato con le popolazioni costiere, sulla base del quale il governo spagnolo proclamò il proprio protettorato lungo tutta la costa. La conquista spagnola proseguì e si consolidò fino al 1934.

Nel 1957 il territorio fu reclamato dal Marocco, appena resosi indipendente. Nel 1960 fu reclamato anche dalla Mauritania, appena resasi indipendente. Nel 1963 fu scoperto l’enorme giacimento di fosfati che rende la regione economicamente preziosa. L’estrazione del fosfato iniziò nel 1972.

I nomadi Sahrawi iniziarono la ribellione nello stesso periodo e crearono gruppi armati che finirono col costituire il fronte Polisario. Nel 1975 la Spagna decise di ritirarsi dalla regione, proponendone la spartizione fra Marocco e Mauritania. Il Marocco ottenne il controllo della parte nord, che include i giacimenti di fosfati. Nel 1976 il Fronte Polisario costituì il governo in esilio della Repubblica Araba Democratica del Sahara, che venne riconosciuta da circa 70 stati. La Mauritania a questo punto si ritirò dalla sua porzione di territorio, lasciandola ai Sahrawi, ma subito il Marocco l’occupò, fortificandolo.

La guerriglia continuò finché l’ONU trattò il cessate-il-fuoco fra le parti. Da allora molte migliaia di Marocchini sono andati a vivere e lavorare stabilmente nella regione. Invece i Sahrawi, tradizionalmente nomadi, hanno continuato a spostarsi secondo le loro abitudini millenarie ed è stato quasi impossibile stabilire quali e quanti di loro potessero o dovessero essere considerati cittadini di quello specifico territorio, dato che la maggior parte non hanno residenza fissa e si muovono anche in altri stati di quella regione desertica, soprattutto nel sud dell’Algeria. 

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