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La storia del Sudan all’interno dei suoi confini odierni iniziò con l’invasione egiziana del 1821, cui seguì l’invasione della regione del Darfur tredici anni più tardi. L’Egitto era appoggiato dall’Impero Ottomano, di cui faceva parte. Nel 1881 una ribellione alimentata dal movimento religioso mahadista, cioè di ispirazione messianica, cacciò i turco-egiziani, ma l’anno successivo gli Inglesi entrarono in Egitto e occuparono anche il Sudan nel 1899. Il governo anglo-egiziano del Sudan continuò fino al 1956, cioè fin quando gli Inglesi abbandonarono il sistema coloniale e informarono l’Egitto che il Sudan sarebbe diventato uno stato indipendente, non sarebbe più stato parte dell’Egitto. Il primo presidente egiziano, Naguib, che era sudanese di origine, tentò di convincere i politici sudanesi a proclamare l’unificazione con l’Egitto, ma la presa del potere in Egitto da parte di Nasser pose fine alle trattative.
Nel 1929 Egiziani e Sudanesi avevano firmato un accordo per la spartizione delle acque del Nilo che dava 48 miliardi di metri cubi all’Egitto e soltanto 4 miliardi di metri cubi al Sudan. Il primo parlamento sudanese lo cancellò subito e il governo ne stipulò uno nuovo, che però non prevedeva nessuna spartizione con gli altri paesi della valle del Nilo. I due paesi cooperarono per la costruzione della diga di Assuan e la formazione del lago Nasser, che provocò danni ai Nubiani sudanesi. In cambio l’Egitto avrebbe fornito elettricità al Sudan, ma quando la diga fu costruita e il lago fu riempito gli Egiziani non rispettarono gli accordi.
I rapporti fra i due paesi proseguirono con alti e bassi finché nel 1985 Omar al Bashir prese il potere in Sudan con un colpo di stato e strinse alleanza con il Fronte Islamico Nazionale, che voleva anche per il Sudan un regime teocratico come quello iraniano, perciò i rapporti peggiorarono gravemente.
Nel 2019 l’esercito sudanese depose Bashir e la nuova dirigenza politica avviò lo sviluppo di una politica filo-africana e anti-araba. Nel 2020 il Sudan ha normalizzato i rapporti con Israele, aumentando la distanza ideologica dal panarabismo, ancora molto popolare in Egitto. Nello stesso 2020 il Sudan ha pragmaticamente cambiato posizione rispetto alla Grande Diga del Rinascimento Etiope (GERD) che sottrarrà acqua all’Egitto: dopo aver sostenuto a lungo le ragioni dell’Etiopia, il Sudan ha preso a sostenere le ragioni dell’Egitto e ha approfittato della ribellione nel Tigrai (regione dell’Etiopia) per occupare la zona contesa di al-Fashaga.
Fra Sudan ed Egitto non sono ancora risolti altri tre motivi di sospetto e di accuse reciproche:
1) il trattamento dei circa 5 milioni di Sudanesi che vivono, studiano o lavorano in Egitto, ma non hanno libertà di movimento, né diritti di cittadinanza, né diritto ad avere proprietà immobiliari;
2) l’occupazione da parte egiziana, dal 1984 in poi, della regione di frontiera chiamata il Triangolo di Halayed, ricca di minerali che vengono estratti e sfruttati da una compagnia di stato egiziana;
3) dall’inizio della guerra civile in Libia il Sudan ha dapprima fornito uomini al generale Haftar, poi ha organizzato il contrabbando di armi in favore del governo di Tripoli, mentre l’Egitto continua a sostenere il rivale. Questo ha indotto l’Egitto a militarizzare pesantemente tutta la frontiera con il Sudan e con la Libia per una fascia profonda da 25 a 110 chilometri e a creare il complesso militare di Bernice sul Mar Rosso, che include una base navale, una base aerea e un campo di addestramento di unità speciali. Per altro nei decenni precedenti l’Egitto ha sempre fornito armi ai ribelli sudanesi che volevano la separazione del Sudan del Sud dal Sudan, alimentando la lunga guerra civile sudanese.
L’opinione pubblica sudanese è prevalentemente ostile all’Egitto e non vede di buon occhio l’attuale cooperazione per la GERD; l’opinione pubblica egiziana non ama i Sudanesi, ma i due governi cercano di mantenere un certo equilibrio nei rapporti, per non peggiorare la situazione.
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