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Su che fronti si giocherà la rivalità ormai aperta fra la Cina e gli USA, cui si affiancano i paesi che fanno parte dello stesso sistema economico, politico, militare?
Al di là di dichiarazioni roboanti, la competizione si giocherà sul piano economico e diplomatico, ma i governi e gli eserciti dei due paesi debbono avere ben chiaro il piano strategico per rafforzarsi e al contempo non scatenare la paura e l’aggressività dell’avversario al punto di arrivare allo scontro militare aperto. Quale strategia di medio periodo potrebbe darsi la Cina?
Secondo George Friedman dovrà adottare una strategia indiretta, rivolta a migliorare le proprie posizioni all’interno di un sostanziale status quo. Lo status quo è ciò che gli USA vogliono, essendo adesso nella posizione di controllo degli avversari.
Gli USA hanno buone posizioni politiche e militari dal Giappone all’Oceano Indiano. Possono controllare l’accesso della Cina alle rotte marittime attraverso il controllo di una serie di stretti. Nell’eventualità di un attacco con grandi forze aeree e navali contro le loro posizioni nell’Oceano Indiano e in Giappone, gli USA possono scegliere se ritirarsi su altre basi nel Pacifico oppure resistere sulle basi più avanzate, senza mai correre il rischio di attacchi sul proprio territorio e nei propri cieli, data la vastità dell’Oceano Pacifico.
La Cina invece vuole modificare lo status quo, che le è sfavorevole. Le sue rotte marittime sono insicure, potrebbero essere bloccate all’improvviso dagli USA e dai loro alleati. Il governo cinese ha recentemente rilasciato dichiarazioni minacciose verso Taiwan e anche verso le Filippine e il Giappone, ma gli USA hanno subito mandato più assistenza militare e più armi a Taiwan, dimostrando di essere pronti a intervenire direttamente in caso di attacco. La Cina potrebbe insistere e attaccare Taiwan direttamente, che considera parte integrante del territorio e della nazione, ma non lo farà: non può combattere una guerra con gli USA sulla soglia di casa, già con le spalle al muro, senza possibilità di manovra.
È molto più probabile che la Cina crei disturbi agli USA cercando basi e alleanze in aree vicine al loro confine, nell’America centrale, come già fecero i Russi decenni fa a Cuba e in Venezuela, per usare poi quelle posizioni come strumento di minaccia e di ricatto contro il possibile rafforzamento delle basi americane lungo il Mar Cinese. Per prevenire il possibile insediamento di basi cinesi lungo le coste dell’America centrale gli USA dovrebbero avviare un progetto di cooperazione regionale che garantisca nuovo sviluppo ai piccoli paesi costieri o insulari, senza accettare eventuali offerte cinesi.
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