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Jacek Bartosiak scrive un saggio per Geopolitical Futures il 24 novembre 2021 a partire dal concetto di ‘mondo oceano’ contrapposto al concetto di continente. ‘Mondo oceano’ è termine coniato dal geopolitico tedesco Friedrich Ratzel, che descrisse il possibile scontro fra la potenza dominatrice dell’Oceano e quella che domina il Continente come lo scontro fra Behemoth e Leviatano. Behemoth, la potenza di terra, cercherà di fare a pezzi il rivale con la sua forza fisica; Leviatano, la potenza degli oceani, cercherà di ucciderlo togliendogli aria, acqua e cibo, togliendogli cioè l’accesso alle risorse di cui ha bisogno.
Dopo di lui un altro celebre geopolitico, Halford Mackinder, sostenne che il continente euroasiatico è destinato ad avere il sopravvento sulle potenze oceaniche perché le sue risorse sono inattaccabili dal mare se il territorio è attraversato da ottime vie di comunicazione, come quelle oramai possibili dall’epoca industriale. Questa fu la dottrina strategica abbracciata dalla Germania nelle guerre del XX secolo. Nello stesso secolo il geopolitico americano Nicholas John Spykman sostenne invece che per mettere al sicuro le risorse di un continente non è importante attrezzare il territorio all’interno, ma soltanto le coste e i mari che le circondano. Oggi le due dottrine si combinano nella politica cinese della Belt and Road, che vuole in primis collegare via terra tutto il continente euroasiatico, ma rafforza anche le coste e i porti.
Nel corso della storia occidentale la supremazia è sempre stata delle potenze di mare, quelle che controllavano le grandi rotte, anche se erano piccoli stati come le città marinare, o il Portogallo e l’Olanda. Poi l’Inghilterra dominò il mondo via mare da un’isola relativamente piccola. Gli USA successero alla Gran Bretagna, unendo al potere di controllo dei mari del mondo anche grandi risorse terrestri e il controllo della valuta usata per le transazioni globali.
La firma dell’accordo di investimento fra l’Unione Europea e la Cina a dicembre del 2020 è il primo segnale che l’equilibrio di potere che ha dominato il globo per molti secoli potrebbe implodere, se per la prima volta nella storia dell’umanità il continente euroasiatico diventasse un solo blocco economico e difensivo. Questa eventualità ha già cambiato le prospettive di tutte le potenze globali. Il 20 dicembre potrebbe essere identificata in futuro come la data che segna il passaggio da un’epoca storica ad un’altra, come quella della scoperta dell’America nel 1492.
La battaglia per la supremazia riguarda sempre il controllo delle catene di produzione di valore e la distribuzione internazionale del lavoro che quel valore produce. Questo determina i cicli di investimenti e di sviluppo tecnologico e la spartizione del valore prodotto. La ricchezza e il primato tecnologico determinano poi anche il primato militare.
Dalla caduta dell’Unione Sovietica gli USA sono rimasti l’unica incontrastata potenza globale in tutti i campi: gli USA perciò determinano le regole dell’economia globale. La ricchezza e la forza degli USA sono frutto della capacità della sua vastissima classe media e del suo vasto e ricco territorio, oltre che dei suoi leader e delle sue istituzioni, ma senza il dominio dei mari gli USA non sarebbero mai diventati leader globali. Sono gli USA che creano le regole del commercio e delle comunicazioni internazionali e le fanno rispettare lungo tutte le rotte del mondo, con l’impiego di marina e aviazione, anche grazie a solide alleanze.
Un elemento chiave in tutto ciò sono le linee di comunicazione internazionali, indispensabili per gestire la stabilità sociale ed economica, oltre alle informazioni di sicurezza. Le linee di comunicazione sottomarine sono più sicure di quelle terrestri, perché meno accessibili, meno disturbate da sommovimenti fisici (terremoti, allagamenti…) e da sommovimenti umani (guerre e rivolte locali). Altrettanto si può dire per i trasporti: quelli via mare sono più sicuri e più facili di quelli via terra. Per questo motivo il celebre Thayer Mahan ha potuto affermare che le potenze di mare sono sempre più solide e più stabili delle potenze terrestri. Molti paesi però non si affacciano al mare e non possono contare che su comunicazioni e trasporti via terra, spesso con ottimi risultati, come avvenne per circa nove secoli lungo la Via della Seta.
Da qualche decennio si sono aperte anche le vie dello spazio: la prima guerra futura ci svelerà come lo spazio può cambiare le regole del gioco nella pratica, non soltanto in teoria.
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