George Friedman, che chi legge questa newsletter sa essere il mio ‘guru’ da almeno quindici anni (e che ora sta acquistando altissima fama anche in Italia fra gli studiosi di geostoria e gli analisti geopolitici), ha mandato ai suoi lettori abituali gli auguri nella forma che vi riassumo qui sotto in italiano, formula che faccio mia.
I Chassidim sono membri di un movimento spirituale ebraico che vestono all’incirca come gli Amish in America (Friedman vive in Texas, si rivolge a lettori per lo più americani). Il movimento fu fondato in Polonia da un personaggio che viene ricordato come il Baal Shem Tov, ‘quello dal buon nome’, personaggio storico di cui si conserva il libro di preghiere personale. Si dice che quando aveva bisogno di un miracolo (e gli Ebrei hanno spesso avuto bisogno di miracoli per sopravvivere!), andava in un luogo specifico nella foresta, accendeva la pipa in un certo modo, diceva una speciale preghiera – e il miracolo avveniva. I suoi seguaci presero ovviamente a imitarlo, e imitando i suoi gesti ottennero miracoli.
La generazione successiva dimenticò quale era il posto nella foresta, ma continuò ad accendere la pipa e a dire la preghiera − e ottenne miracoli. La generazione seguente perse anche la pipa, ma ripeté la preghiera e ottenne miracoli. Venne poi la generazione che dimenticò anche la preghiera, ma continuò a raccontare questa storia − e raccontandola ottenne miracoli. Perché è la memoria della grandezza passata che rende possibile l’impossibile. Questo vale non soltanto per i religiosi, ma per tutti gli esseri umani. La grandezza dell’Uomo si fonda sul ricordo della grandezza passata. Concentrarsi sul banale, sull’ordinario e quotidiano, sembra saggezza ma porta soltanto a vite banali e ordinarie.
Di fronte al timore del futuro, di fronte al pericolo e al dolore, la lezione del Baal Shem Tov e dei suoi seguaci ci può indurre ad avere il coraggio di tentare anche noi il miracolo, e spesso il miracolo riesce.
Laura Camis de Fonseca
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