Che cosa vuole Hezbollah

11/01/2022

Tratto da un saggio di Hilal Khashan per Geopolitical Futures del 6 gennaio 2022

 

A fine dicembre 2021 Hezbollah ha rimpatriato un beduino israeliano che aveva disertato per arruolarsi fra gli Hezbollah. Perché? Probabilmente perché questo non è il momento di provocare una qualche reazione israeliana. Hezbollah è in grosse difficoltà.

Hezbollah si descrive come un movimento jihadista islamico sciita. Dice che i suoi obiettivi sono la difesa del Libano contro la “probabile aggressione israeliana” e la creazione in Libano di una repubblica islamica simile a quella iraniana.

Mentre i sunniti percepiscono la jihad come una guerra contro gli infedeli per espandere il dominio dell’Islam, gli sciiti l’hanno sempre considerata un mezzo per combattere l’ingiustizia all’interno dell’Islam. Per loro l’ingiustizia iniziò alla morte dello stesso Maometto, quando i compagni del Profeta, visti dagli sciiti come ipocriti, impedirono la successione del cugino Imam Ali alla guida della comunità islamica.

Fu Khomeini a introdurre il concetto di jihad politica proclamando la guerra contro le forze dell’arroganza globale ovvero, secondo lui, gli Stati Uniti e Israele. Perché Israele? Perché Khomeini voleva esportare la rivoluzione in tutto il Medio Oriente e credeva che prendere una posizione anti-israeliana gli avrebbe portato molti seguaci fra gli arabi. A differenza della jihad contro gli ipocriti, che ha acquisito una dimensione religiosa permanente, la jihad politica è transitoria e potrebbe anche portare − prima o poi − alla cooperazione tra sciiti e Occidente.

Hezbollah ha mobilitato la società sciita libanese attraverso un sistema di socializzazione che comprende cultura, istruzione, assistenza sanitaria, media, attività economica e assistenza ai combattenti e alle famiglie dei caduti. Incoraggia i suoi seguaci a iscriversi all’addestramento militare in Libano e Iran, cosa che ha aiutato il gruppo a stringere legami con il collegio elettorale. Diventare un membro di Hezbollah, tuttavia, è un processo rigoroso che richiede il rispetto di rigorosi prerequisiti. I membri di Hezbollah devono provenire da famiglie sciite, non dal proselitismo, e devono aderire alla dottrina religiosa di Khomeini. Devono credere che il leader supremo dell’Iran deciderà se concedere loro l’ingresso in paradiso. Il gruppo rifiuta i candidati che hanno una mentalità indipendente.

Da quando Israele si è ritirato dal Libano meridionale, nel 2000, Hezbollah ha concentrato il proprio interesse sulla politica interna del Libano. Ha poi eseguito gli ordini dell’Iran anche in Siria durante la guerra civile, ma i suoi combattenti non hanno avuto successo contro i ribelli siriani finché non sono giunti in aiuto i Russi nel 2015. Le tattiche di guerriglia adottate da Hezbollah in Libano − cioè piantare bombe lungo la strada e lanciare razzi − non hanno avuto successo in Siria. I suoi combattenti non sapevano manovrare sul campo di battaglia ed evitavano i combattimenti ravvicinati. Le unità d’élite al-Radwan del gruppo sono state subito stracciate dall’esercito turco nella provincia siriana di Idlib. Anche Israele è stato stupefatto dalla facilità con cui i Turchi hanno sconfitto Hezbollah. 

Nel 1997 Hezbollah ha creato l’unità Brigate di Resistenza, aperta a tutti i giovani libanesi, indipendentemente dalla loro appartenenza politica o religiosa. L’idea è stata ispirata da un gruppo di giovani cristiani, ma il gruppo non si è mostrato interessato a reclutare cristiani, ma piuttosto islamici sunniti e drusi. Gli stipendi offerti ai sunniti sono del 50 per cento più alti di quelli dati ai membri di altre sette religiose. I sunniti sono la setta più critica per Hezbollah a causa dell’alto numero di matrimoni misti. Anche i sunniti vivono per lo più nelle aree urbane, soprattutto a Beirut. Nessun movimento politico può influenzare la politica nazionale senza stabilirsi nella capitale. Anche Sidone, città portuale che Hezbollah deve attraversare per raggiungere Beirut, e la valle della Beqaa, che è il collegamento con la Siria, sono prevalentemente sunnite.

Nelle Brigate di Resistenza ci sono circa 50.000 miliziani. I loro compiti includono prevenire l’ascesa di gruppi armati anti-Hezbollah, prevenire l’ostruzione del traffico autostradale e fare il lavoro sporco di Hezbollah. La maggior parte dei sunniti, dei drusi e degli sciiti del movimento Amal, alleato di Hezbollah, considerano le Brigate di Resistenza − che attirano gli ignoranti, i disoccupati, gli ex detenuti e i fuggitivi − come intrusi privi di legittimità politica e accettazione sociale.

Quando il Libano indisse le prime elezioni parlamentari post-guerra civile del 1992, Hezbollah e Amal si candidarono insieme, vincendo la maggior parte dei seggi assegnati agli sciiti secondo il sistema politico confessionale. Ma la reputazione di Hezbollah come feroce organizzazione terroristica impedì un suo vero coinvolgimento politico. Hezbollah cercò di presentarsi come movimento di liberazione nazionale, mostrando anche clemenza verso i cristiani che avevano collaborato con Israele. Ma non riuscì a convincere i paesi occidentali di essersi trasformato in un movimento pacifico. Il suo ruolo nell’assassinio dell’ex primo ministro Rafik Hariri nel 2005 confermò i sospetti. Nel 2008 Hezbollah invase l’ovest di Beirut e sottomise la comunità sunnita, dichiarando tali mosse necessarie per salvaguardare la ‘resistenza islamica’ contro gli agenti della ‘cospirazione americano-saudita’.

Hezbollah ha ostacolato l’indagine sull’esplosione nel porto di Beirut del 2020, affermando che un giudice è politicizzato e di parte, mentre un altro non ha l’autorità per interrogare membri del gabinetto e parlamentari. Gli esplosivi appartenevano a Hezbollah e dovevano essere usati in Siria. La posizione di Hezbollah sull’esplosione che ha causato una distruzione incalcolabile e ucciso più di 200 persone, tra cui molti lavoratori portuali sciiti, nega uno dei suoi principi fondanti: difendere la giustizia sociale e proteggere gli svantaggiati e gli oppressi.

Hezbollah oggi è l’attore politico predominante e anche la principale forza destabilizzante del Libano. Ha rovinato i rapporti del Paese con i vicini arabi. Il sistema economico libanese è crollato e l’inflazione è alle stelle. I paesi del Golfo, infuriati dall’ingerenza di Hezbollah nei loro affari, hanno abbandonato il Libano. Eppure Hezbollah persegue ancora l’obiettivo di creare uno stato islamico in Libano sul modello di quello iraniano. 

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