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I dati più recenti offerti dalla Banca Mondiale indicano che i prezzi dell’energia sono scesi a dicembre 2021, ma i prezzi dei beni diversi dall’energia hanno continuato ad aumentare. I fertilizzanti sono cresciuti dell’1,7 per cento, i prodotti agricoli dello 0,8 per cento, metalli e minerali del 2,4 per cento. I prezzi di tutti questi beni sono legati al costo dell’energia, base di tutta la produzione. Combinato coi colli di bottiglia logistici, l’aumento del costo dell’energia del 2021 ha fatto salire i prezzi dei prodotti finali, dal cibo alle automobili.
Ora l’economia si va normalizzando, ma permangono sacche geografiche con alti livelli di inflazione e disoccupazione. Il lockdown è stata la causa principale della carenza di manodopera. Alla fine del lockdown, i lavoratori disposti ad accettare la possibilità di ammalarsi hanno iniziato a chiedere compensi più alti. L’inflazione è aumentata anche per i costi più elevati del lavoro nella produzione e nei trasporti nel corso del 2021. Non è successo ovunque, né in contemporanea, ma l’aspettativa di un aumento generalizzato del costo della manodopera ha prevalso e ha fatto lievitare i prezzi.
A lungo termine, la deglobalizzazione renderà più difficili le previsioni. I cambiamenti in arrivo nella produzione, che tendono nuovamente a modelli nazionali, creeranno maggiore incertezza. Pertanto i mercati saranno ancor più guidati da sentimenti e aspettative.
L’inflazione globale ha conosciuto un lungo periodo di dormienza, durante il quale i politici di tutto il mondo erano preoccupati per la deflazione. Negli anni ’80 era comune che l’inflazione fosse superiore al 10 per cento, anche nei paesi occidentali. Da allora l’innovazione tecnologica ha aiutato a migliorare la produzione agricola e ad abbassarne i costi. L’innovazione tecnologica ha reso gli Stati Uniti energeticamente indipendenti. Ora gli Stati Uniti possono esportare gas naturale liquefatto in Europa, ma questo non basta per evitare catastrofi durante la stagione invernale. L’Europa ha una produzione limitata di petrolio e gas e ha scelto di fare affidamento sulle rinnovabili. Però l’energia eolica e solare non sono esattamente le soluzioni migliori per il continente più nuvoloso e meno ventoso del mondo. Occorrono ingenti investimenti e chissà quanti anni per trovare altre fonti rinnovabili. Nel frattempo l’UE dipende dalla Russia.
L’ultimo e più importante fattore da considerare è la Cina. I consumatori di tutto il mondo hanno approfittato per decenni della manodopera cinese a basso costo, ma il costo del lavoro in Cina era in aumento anche prima della pandemia e aumenterà ulteriormente, perché il governo cinese ha cambiato le sue priorità. Dopo decenni in cui la priorità era esportare molto per tenere alta l’occupazione, ora la priorità è la sicurezza della popolazione e il suo benessere generale, dunque la soddisfazione della domanda interna, non di quella estera. La Cina potrebbe cessare di essere un collegamento affidabile nelle catene di approvvigionamento globali per i mesi a venire, se persiste il timore di pandemia. Ciò, più di ogni altra cosa, influenzerà il modo in cui evolverà l’inflazione e l’economia globale nel 2022.
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