L’Arabia Saudita e gli Emirati sono impegnati nella guerra civile in Yemen da lunghi anni. La guerra civile yemenita vede sostanzialmente gli Houthi sciiti del nord opporsi con le armi alle forze del governo, per lo più espressione dei sunniti che costituiscono la maggioranza nel resto del paese. Gli Houthi sono sostenuti, armati e addestrati dall’Iran. È la stessa dinamica di fondo delle altre guerre civili della regione, da quella in Libano a quelle in Siria e Iraq: in assenza del senso di appartenenza ad una unica nazione, il potere viene istituzionalmente spartito fra le diverse sette confessionali, che tentano di rendersi più forti cercando il sostegno di altri stati della regione. L’Europa ha conosciuto dinamiche simili durante i cento anni di guerre di religione a cavallo fra il XVI e XVII secolo.
Recentemente è apparso sullo scenario un nuovo gruppo sciita con base in Iraq, la True Promise Brigade, che il 2 febbraio 2022 ha lanciato un attacco con droni contro gli Emirati Arabi Uniti, in un’area molto vicina a una base americana, riuscendo a superare le difese aeree. Aveva già rivendicato un attacco simile contro l’Arabia Saudita un anno fa. Probabilmente è un gruppo legato ad Hezbollah, che a sua volta è una milizia armata, addestrata e finanziata dall’Iran, che domina il Libano ma è presente anche in Siria.
Gli Emirati sono diventati uno dei grandi centri finanziari del globo e sono grandi esportatori di petrolio, ma sono un piccolo paese con circa dieci milioni di abitanti.
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