Così verrà ricordato Putin. Ha avuto grandi meriti nei primi lustri al potere nel risollevare la Russia dalla condizione di scompiglio e disfunzionalità in cui era caduta dopo il crollo dell’Unione Sovietica, ma i suoi ultimi anni mostrano l’abituale follia assassina dei tiranni che hanno perso il senso del limite, il senso profondo della realtà umana, che è protezione della vita. L’opposizione interna aumenterà, la paura e l’opposizione coalizzata da parte degli Europei non potrà che aumentare.
Ci pare opportuno riproporre (qui accanto) un articolo di due anni fa sulla reinterpretazione putiniana della storia della Seconda guerra mondiale, mirata a suscitare simpatie fra i nazionalisti russi e nelle destre europee. Avevamo scritto quell’articolo sulla scorta di osservazioni apparse su di un paio di siti americani di geopolitica, ma senza considerare la reinterpretazione della storia da parte russa come un segnale di pericolo. Alla luce degli eventi presenti appare invece evidente l’accurata e lunga creazione della giustificazione ideologica dell’aggressione all’Ucraina agli occhi dei Russi e degli Europei.
Raccontare la storia non è mai operazione neutrale, scientifica − è sempre accettazione o preparazione di un’arma ideologica. È bene ricordarlo.
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