Il primo riverbero della guerra sull’Unione Europa è lo spostamento a est del suo centro di gravità, in Polonia. La Polonia è il centro non soltanto delle operazioni di soccorso, ma anche delle operazioni NATO a sostegno dell’Ucraina. Si è installata in Polonia anche la 82a divisione aviotrasportata degli USA, che sta lavorando con le forze polacche che già da anni si addestrano con le forze corazzate statunitensi. La loro missione è impedire un’invasione russa della Polonia e, se ordinato, trasferirsi in Ucraina per ingaggiare e sconfiggere le forze russe. Essere base di forze USA rende la stabilità e la prevedibilità del paese un interesse strategico degli Stati Uniti. La geografia e gli interessi polacchi ora si collegano agli interessi americani in un rapporto stretto e forte. Probabilmente la presenza delle truppe americane in Polonia durerà per molti anni. La Polonia è minacciata di espulsione de facto dall’UE per aver violato gli standard giudiziari dell’Unione, ma ora il suo ruolo nella guerra russo-ucraina la pone al centro della difesa europea, che dipende dalla Nato, vista la scarsa preparazione militare degli eserciti nazionali europei e l’assenza di un esercito comune europeo. Come reagiranno le istituzioni europee?
Al di fuori dell’Europa, la guerra ha cambiato la percezione della forza russa agli occhi dei Turchi. I Turchi hanno recentemente schierato una parte sostanziale della loro marina nel Mar Nero e hanno messo a disposizione delle forze ucraine alcuni droni. La Turchia è storicamente ostile alla Russia ed è un paese NATO, ma ultimamente considera gli Stati Uniti imprevedibili. Il suo interesse precipuo è tener la flotta russa lontana dalle sue coste, eppure da almeno cinque anni non osa sfidare Putin né in Siria né sul Mar Nero, neppure a livello diplomatico. Ma ora la debolezza mostrata dalla Russia durante la guerra ucraina indurrà la Turchia a riavvicinarsi agli USA e a osare di più sul Mar Nero per proteggere e rafforzare i suoi vasti interessi nel Caucaso meridionale e in Asia centrale, dove vivono molte popolazioni di origine turcomanna. La Turchia ricorrerà ad azioni segrete e alla diplomazia, non alla forza militare, ma probabilmente in questo periodo troverà orecchie pronte all’ascolto in Azerbaigian e Kazakistan.
Poi c’è la Cina. Nonostante le loro dichiarazioni pubbliche, i Cinesi si sono resi conto che i buoni rapporti con la Russia non offrono nessun vantaggio nei confronti degli USA. La Russia non sarebbe in grado di aiutare la Cina a difendersi in una eventuale guerra con gli USA, né ha la potenza economica degli USA, che invece continuano a essere il cliente numero uno dell’export cinese, anche dopo le sanzioni. La Cina ha capito che per ora non può permettersi di lanciare sfide agli USA.
Quindi vediamo Polonia e Turchia assumere maggiore importanza e la Cina perdere d’importanza nel continente euroasiatico. Questo ri-equilibramento provocherà adeguamenti politici anche in altri paesi.
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