Nel 2014, dopo la rivolta di Maidan in Ucraina, i Russi si convinsero che si fosse trattato di un colpo di stato americano. Gli Stati Uniti non nascosero il loro sostegno entusiasta, ma la rivolta non fu un colpo di stato, fu il frutto dell’insoddisfazione della popolazione nei confronti di un governo gravemente corrotto e inefficiente. Fu il 2014 il vero momento d’avvio della guerra in corso, perché allora Mosca si convinse che l'Ucraina fosse sotto controllo americano e costituisse un pericolo per la Russia. Mosca ha lanciato l’invasione nel 2022, dopo anni di preparazione, sia per imporre la propria volontà all'Ucraina sia per far capire a tutti i paesi vicini che la Russia è di nuovo una grande potenza, mentre gli Americani sono diventati deboli. Mosca però corre il rischio di dimostrare il contrario, se non riesce a modificare l’andamento della guerra.
Per questo nel discorso tenuto il 27 ottobre 2022 al Valdai Club, il più importante think tank russo di geopolitica, Vladimir Putin ha ridefinito i termini della guerra in corso, dandole uno scopo ideologico di lunga durata, che va ben oltre il livello di successo sul terreno dell’Ucraina. Non ha identificato soltanto gli Stati Uniti come il nemico chiave; il nemico, per lui, è l'Occidente intero, corrotto moralmente da costumi laici, teorie gender e altre astruserie culturali che vorrebbe imporre anche alla Russia. Questa corruzione sta minando l'Occidente, mentre la Russia sta semplicemente resistendo, resistendo al male. C'è anche un punto di vista esplicitamente religioso nel suo discorso. Il combattimento in Ucraina è soltanto una delle dimensioni di un conflitto geopolitico e culturale molto più ampio. Non riuscire ad avere il sopravvento in Ucraina, quindi, non significa essere sconfitti nella più ampia crociata contro l'arroganza e la corruzione dell'Occidente.
Dopo il discorso al Valdai Club, Putin ha rilasciato una dichiarazione attraverso il suo portavoce, Dmitry Peskov, offrendo di negoziare. L'offerta è reale, ma Putin sta contemporaneamente alzando la posta della trattativa, come dimostrano anche il tentativo di bloccare le spedizioni di grano e l’intensificarsi dei bombardamenti di tutte le infrastrutture ucraine.
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