La Russia fuori del WTO?

L'11 novembre gli USA hanno dichiarato che la Russia non ha un’economia di mercato ed hanno iniziato a imporre dazi sulle merci russe. Gli Stati Uniti avevano riconosciuto la Russia come un'economia di mercato vent'anni fa, dopo anni di pressioni russe, e ne hanno permesso l’ingresso nel WTO soltanto nel 2012.

Gli USA ritengono che i sussidi statali sotto forma di energia a buon mercato diano un vantaggio ingiusto alle merci russe. Mosca ha già imposto contro-sanzioni sui prodotti agricoli dell'UE in risposta alle sanzioni occidentali e ha di fatto abbandonato le regole del WTO.

Il cambiamento di status non avrà molto effetto sul commercio russo, visto che gli Stati Uniti rappresentano appena il 4% del commercio estero della Russia. Ma gli USA cercheranno di convincere anche l'Unione Europea a revocare il riconoscimento dello status di mercato all’economia russa. Circa il 40% del commercio estero della Russia è con l'UE, senza contare la vendita di energia.

La mossa è significativa anche come segnale per Pechino. La Commissione USA-Cina per la revisione economica e di sicurezza ha raccomandato nel suo rapporto annuale al Congresso che gli Stati Uniti indaghino su possibili pratiche commerciali predatorie da parte cinese. La revoca da parte di Washington dello status di economia di mercato alla Cina danneggerebbe moltissimo l’economia cinese. Ovviamente la Cina non è mai stata un’economia di mercato, né lo è oggi, ma fu accettata nel WTO per decisione politica (che negava la realtà) dell’Occidente intero, decisione che fu evidentemente intempestiva ed esagerata. Ora gli Stati Uniti cercano di ristrutturare il sistema globale che hanno creato nell’esuberanza degli anni ’90. Meglio tardi che mai, ma occorre agire con prudenza, senza provocare scossoni eccessivi.