L'Inflation Reduction Act (IRA) degli Stati Uniti costringerà l'Unione Europea ad aumentare i sussidi per le tecnologie verdi per proteggere la sua base industriale. Questo potrebbe distorcere la concorrenza anche nel mercato interno europeo. L’argomento è in discussione da mesi ed è stato oggetto dell’incontro del primo dicembre fra il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente USA Joe Biden.
L'IRA introduce sovvenzioni fino a 369 miliardi di dollari per le tecnologie verdi (ad esempio pannelli solari, turbine eoliche, veicoli elettrici, idrogeno verde, pompe di calore e vari componenti legati all'industria delle energie rinnovabili). Il disegno di legge include incentivi fiscali, sovvenzioni e prestiti volti ad accelerare l'innovazione tecnologica e ad attirare investimenti nella produzione sul proprio territorio. Entrerà in vigore il primo gennaio 2023.
L’Unione Europea lo considera discriminatorio nei confronti della propria economia e ne chiede la modifica. La discussione è ancora aperta. Nel frattempo il Consiglio dell'UE ha approvato un nuovo regolamento che mira proprio ad affrontare le distorsioni di mercato che saranno create da tali sussidi. Il regolamento UE sulle sovvenzioni estere consente alla Commissione europea di indagare per evitare che le società straniere beneficino, ad esempio, di prestiti a tasso zero, finanziamenti sottocosto, trattamento fiscale preferenziale e sovvenzioni statali che consentirebbero loro di battere i concorrenti dell'UE nelle fusioni, acquisizioni o procedure di appalto pubblico. L’autorità della Commissione si esercita ovviamente soltanto sulle operazioni svolte all'interno dell’UE, non può incidere sulla competitività delle aziende europee sul mercato globale, rispetto alle controparti statunitensi.
L'Unione Europea ritiene che l'IRA costituisca una violazione delle norme del WTO in materia di sovvenzioni e di non discriminazione. Soprattutto teme le ripercussioni sulla propria base industriale, proprio quando i prezzi dell'energia solo altissimi e già erodono la competitività globale dei produttori europei. Bruxelles sostiene che saranno penalizzati soprattutto i produttori di veicoli elettrici, idrogeno verde, turbine eoliche e altre attrezzature per l'energia rinnovabile. In base all’IRA i consumatori statunitensi che acquisteranno nuovi veicoli elettrici potranno ricevere un credito d'imposta fino a $ 7.500. Ma il sussidio si applicherebbe soltanto alle auto realizzate con parti provenienti dal Nord America e/o assemblate in Nord America (inclusi Canada e Messico), disincentivando gli Americani dall'acquisto di veicoli elettrici europei.
L'Unione Europea vorrebbe ottenere le stesse condizioni preferenziali che gli Stati Uniti hanno esteso a Canada e Messico, ma è impensabile che gli USA soddisfino tale richiesta. L'Unione Europea continua a negoziare con l'amministrazione Biden, ma nel frattempo è emerso un consenso franco-tedesco sulla necessità di rispondere aumentando le sovvenzioni ai settori industriali strategici dell'Unione Europea.
È improbabile che l'Unione Europea applichi misure di ritorsione contro gli Stati Uniti perché gli Stati membri non hanno alcun interesse ad avviare un conflitto commerciale transatlantico in un momento di crescente incertezza economica e tensioni geopolitiche. Sceglierà di incanalare miliardi in tecnologie verdi chiave e introdurre requisiti per privilegiare la produzione europea rispetto a quella estera. Già a settembre Ursula von Der Leyen ha proposto di creare un "Fondo di sovranità europeo" per sostenere la produzione ‘made in Europe’.
Imporre misure e incentivi che privilegiano le imprese europee rispetto a quelle straniere costringerà il blocco ad abbandonare progressivamente l’adesione a un ordine commerciale globalmente aperto. Inoltre non tutti i paesi dell'UE hanno le stesse risorse finanziarie per offrire sussidi ai produttori. Se il sostegno non proverrà da un fondo comune europeo, utilizzabile secondo regole comuni, senza preferenze nazionali, i paesi dell’Unione si troveranno presto in conflitto fra di loro.
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