La tecnologia digitale alla svolta della maturità

04/02/2023

Da qualche tempo si ha notizia di ondate di licenziamenti da parte di qualche grande azienda tecnologica. In parte sono dovuti a specifiche circostanze economiche, ma non solo: sta iniziando la fase di maturità della tecnologia costruita attorno al microchip o microprocessore. Il ritmo dell’innovazione è rallentato, le migliorie che si continuano ad apportare sono marginali rispetto all’utilità dei prodotti per i consumatori. I nuovi cellulari o i nuovi PC presentano migliorie che non spingono più la massa degli utenti al cambiamento, talora addirittura li irritano costringendoli a dismettere qualche app conosciuta e che soddisfaceva le loro necessità per imparare ad usarne un’altra che presenta migliorie marginali di cui non si avvertiva la necessità.

Il ciclo dell’innovazione tecnologica di base, che dapprima cambia la vita e il modo di lavorare a masse di persone, cambia anche gli equilibri economici e geopolitici internazionali, in un secondo periodo diventa attività produttiva matura a lenti passi di innovazione, infine diventa produzione tradizionale a basso valore aggiunto, è il ciclo normale dello sviluppo nell’epoca del capitalismo industriale.

L'automobile fu costruita attorno al motore a combustione interna e la sua produzione di massa cambiò radicalmente il mondo. I modelli di uso del suolo a fini abitativi o agricoli, il valore delle distanze, il sistema di vita e lo stesso sistema culturale ne vennero trasformati. Il motore a combustione interna cambiò la produzione e la distribuzione delle merci e gli schemi delle relazioni sociali. Sviluppò anche nuove scale di valori sociali: marchi diversi, essenzialmente costruiti sulla stessa tecnologia, divennero simboli di identità diverse all’interno della società. Per decenni l'industria automobilistica seppe commercializzare e far desiderare al pubblico di acquistare un’auto nuova molto frequentemente. Innovazioni quali il cambio automatico, il servofreno e il servosterzo, i tergicristalli automatici e così via aumentarono il giro di affari in modo sbalorditivo per decenni. Negli anni '60 divenne sempre più difficile pensare a innovazioni che spingessero i clienti a cambiare auto in continuazione. L’auto di ultima generazione cessò di dare prestigio sociale. Negli anni '70 l'industria automobilistica aveva ancora un giro di affari sbalorditivo, ma iniziarono le prime ondate di licenziamenti. Erano passati 50 anni da quando l’auto aveva iniziato a cambiare il mondo. L’automobile era diventata una utility, un oggetto d’uso, non la realizzazione di un sogno o un simbolo di raffinatezza. Questo sta accadendo oggi nel settore dei cellulari e dei PC. Non vuol dire che le innovazioni siano cessate, ma non hanno più per il consumatore il significato e l’utilità del passato.

Prima del cellulare e dell’automobile, evoluzioni analoghe ebbero l’elettricità, che alla fine del XIX secolo cambiò radicalmente la vita umana, o il motore a vapore e la ferrovia, entrambi perni della storia della nostra civiltà che continuiamo ad usare ma che hanno perso tutti il fascino avventuroso e romantico degli inizi. Ogni grande innovazione tecnologica ha originato un ciclo economico sociale e politico con nuove caratteristiche, diventate poi ovvie o perfino obsolete. Oggi tocca al microchip avviarsi verso la fase di maturità del ciclo, che potrà ravvivarsi e prolungarsi soltanto con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Ma il futuro dell’AI è ancora nebuloso. 

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