Mali: jihadisti e separatisti si alleano contro lo Stato islamico

Il 3 gennaio 2023 il capo di Jama'at Nusrat al-Islam wal-Muslimin (JNIM), gruppo jihadista che controlla il Sahel occidentale, ha incontrato i rappresentanti di quasi tutti i gruppi armati che operano nel nord-est del Mali, per firmare un patto di non aggressione al fine di combattere unitariamente lo Stato Islamico nel Grande Sahara (ISGS).

L'attuale conflitto civile è iniziato nel 2012 quando il Movimento Nazionale per la Liberazione dell'Azawad (MNLA) – un movimento separatista originato dal gruppo etnico Tuareg – e una coalizione di gruppi militanti si ribellò al governo centrale. Alla fine del 2012 il gruppo controllava quasi tutto il nord del Mali e dichiarò l'indipendenza, ma le lotte intestine e l'intervento militare della Francia nel 2013 posero fine all'alleanza e all'indipendenza dell'Azawad.

JNIM è una coalizione di gruppi affiliati ad al Qaeda, emersa nel 2017 da un'alleanza tra i gruppi militanti jihadisti Ansar Dine, al Qaeda nel Maghreb islamico, al-Mourabitoun e Katibat Macina.

ISGS è un'affiliata dello Stato Islamico che opera nel Sahel occidentale, inclusi Mali, Burkina Faso e Niger. Il gruppo è emerso nel 2015 da una frattura all'interno di al-Mourabitoun, precedentemente parte di al Qaeda. Da allora l'ISGS e il JNIM si sono scontrati per il controllo dell’economia criminale sul territorio. Nel 2022 la Francia ha ritirato le truppe dal Mali, perciò gli scontri fra l'ISGS e il JNIM si sono intensificati ed allargati.

I canali di comunicazione aperti da Ghaly, capo del JNIM, tra i vari gruppi armati nel Mali settentrionale e centrale indicano che il JNIM ha saputo costruire una rete politica in tutto il paese. Se il patto d’inizio anno regge, cosa tutt’altro che certa, rafforzerà la posizione del JNIM nel nord-est del Mali, ma a breve termine aumenterà gli attacchi di rappresaglia contro le comunità locali.