La Cina come prestatore di ultima istanza

14/04/2023

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La Cina è diventata il secondo maggior prestatore al mondo per il salvataggio di paesi fortemente indebitati. Nel 2022 i prestiti ai paesi in forti difficoltà debitorie hanno costituito il 60% del portafoglio dei prestiti cinesi all’estero.

Negli ultimi vent’anni le istituzioni cinesi hanno fornito 240 miliardi di dollari di prestiti per il salvataggio di 22 paesi in via di sviluppo. 170 miliardi di dollari sono stati forniti direttamente attraverso la rete di cambio della Banca popolare cinese e delle banche centrali dei paesi in difficoltà. Il resto è stato offerto attraverso altri veicoli, come prestiti a tempo da parte di banche e imprese statali cinesi, inclusa la China Development Bank. Questi prestiti sono forniti a tassi di interesse elevati, per lo più a paesi a reddito medio. Ai paesi a basso reddito vengono invece concessi ‘periodi di grazia’ ed estensioni della maturità.

I prestiti sono spesso erogati come parte della Belt and Road Initiative e sono molto criticati per aver creato "trappole del debito" per i debitori a corto di liquidità. I tassi di interesse dei prestiti cinesi costano più del doppio di quelli del Fondo Monetario Internazionale, sono più cari di quelli del Tesoro Americano ma sono concessi con molta facilità ai paesi che diventano ‘clienti’ della Cina. Sri Lanka, Zambia e Ghana ad esempio sono attualmente in trattative con Pechino per ristrutturare il proprio debito, accettando anche impegni di fondo di lungo periodo con le aziende cinesi per progetti di futuro sviluppo. 

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