Il dispiegamento della Wagner in Bielorussia ai confini con la Polonia chiarisce lo scopo dello strano episodio di ribellione del capo dei mercenari, che è subito apparso teatrale e implausibile: ora i Russi della Wagner sono ai confini con la NATO, se sconfinano o se gli parte qualche razzo, qualche colpo di mortaio in direzione della Polonia nessuno può incolpare il governo o l’esercito russo. Ma se la Polonia dovesse rispondere, potrebbe la Russia non accorrere in difesa dell’alleato bielorusso?
Così Putin mette la NATO (in primis gli USA, ma anche tutti i paesi europei) nella situazione di scegliere fra il rischio di uno scontro aperto e diretto con la Russia, che giustificherebbe il ricorso da parte della Russia alle armi nucleari tattiche, e il far pressione sull’Ucraina perché accetti un accordo penalizzante, ma che garantirebbe la ‘pace’ in Europa, subito. Per quanto tempo? Difficile prevederlo. Putin si conferma abile utilizzatore di mosse spiazzanti. Probabilmente si diverte molto nel pensarle e realizzarle. E tutti i paludati commentatori ed esperti nostrani che hanno preso sul serio la ‘ribellione’ di Prigozhin e ci hanno scritto su milioni di parole!
C’è da sperare che non ci si trovi in situazione analoga a quella della Conferenza di Monaco del 1938, quando Neville Chamberlain e tutta l’Europa occidentale scelse l’appeasement nei confronti di Hitler e Churchill commentò ‘Potevamo scegliere fra il disonore e la guerra. Abbiamo scelto il disonore e avremo la guerra". Aveva ragione lui, come ben sappiamo a posteriori.
Per ora la situazione porterà ad accelerare incontri e trattative dietro le quinte. Alla fine dell’estate si saprà con quale risultato.
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