Anche se una guerra infuria alle sue porte, la NATO, alleanza politica e militare transatlantica, è sempre più preoccupata per il crescente potere cinese nel Pacifico. Per questo la NATO ha approfondito la cooperazione per la sicurezza con il Giappone. Il segretario generale Jens Stoltenberg ha annunciato che la NATO e Tokyo stanno negoziando l'istituzione di un ufficio di collegamento in Giappone. La Francia però si è opposta pubblicamente "per una questione di principio". I critici hanno interpretato la posizione di Parigi come favorevole alla Cina ma uno sguardo più attento al rapporto della Francia con il Giappone e ai suoi interessi nel Pacifico racconta una storia più sfumata.
Anche la Francia è un paese del Pacifico (vedasi la mappa in testata). È l'unico stato europeo con territori nella regione. Più di mezzo milione di cittadini francesi vivono nella Polinesia francese e in Nuova Caledonia, entrambe nel Pacifico meridionale. Pertanto, Parigi non può ignorare gli sviluppi nella regione. Nel 1995 Parigi e Tokyo hanno siglato una partnership strategica, che nel 2013 è stata trasformata in una partnership speciale. Nel 2020, i due paesi hanno istituito un gruppo di lavoro incentrato sulla sicurezza marittima indo-pacifica e sul contrasto ai cambiamenti climatici.
Nel suo documento di strategia Indo-Pacifico del 2018, la Francia ha espresso l'obiettivo di mantenere "una regione aperta, libera da qualsiasi forma di coercizione e basata sul diritto internazionale e sul multilateralismo". Ha specificamente richiamato la crescente assertività della Cina, la stessa frase che il Giappone usa nei propri documenti strategici quando si riferisce a Pechino. Oltre alle reciproche alleanze con gli Stati Uniti, sia la Francia che il Giappone hanno alleanze strategiche con l'Indonesia. La Francia conta anche tra i suoi partner strategici Singapore e Vietnam, entrambi stretti partner economici del Giappone. Nei suoi documenti strategici, Parigi elenca anche Malesia, Corea del Sud e Nuova Zelanda come partner stretti, e si tratta di stati che hanno stretti rapporti anche con Tokyo.
La Francia è l'unico paese europeo con una presenza navale permanente nel Pacifico. In stretto coordinamento con i partner del Pacifico nel QUAD, il Dialogo quadrilaterale sulla sicurezza, di cui il Giappone è membro, le forze armate della Nuova Caledonia e della Polinesia francese conducono operazioni di sorveglianza nelle zone economiche esclusive e nel mare aperto circostante le nazioni insulari del Pacifico. Insieme ad Australia e Nuova Zelanda, le forze armate francesi sono mobilitate per rispondere ai disastri naturali nella regione. La Francia partecipa anche alla riunione dei ministri della difesa del Pacifico meridionale, che include Stati Uniti e Giappone come osservatori.
La Francia ha subito un duro colpo alla sua influenza e al suo orgoglio alla fine del 2021, quando Stati Uniti, Regno Unito e Australia hanno svelato il patto di sicurezza trilaterale AUKUS. Partner strategico di tutti i membri del Quad (Australia, India, Giappone e Stati Uniti), Parigi aveva addirittura proposto nel 2018 la creazione di un'alleanza strategica con India e Australia. Ma l'accordo AUKUS ha colto di sorpresa la Francia. Il nuovo patto includeva un accordo sui sottomarini a propulsione nucleare tra Canberra e Washington, portando l'Australia a rescindere un contratto con la Francia per i sottomarini diesel-elettrici Scorpène. Francia e Australia hanno poi ricucito i rapporti.
A luglio 2023 Francia e Giappone hanno lanciato le loro prime esercitazioni congiunte di aerei da combattimento, pochi giorni dopo che il primo ministro giapponese ha partecipato al vertice della NATO a Vilnius.
Circa un quinto del commercio del Giappone è con la Cina, ma la storia dei rapporti nippo-cinesi è tutt'altro che pacifica e serena. Giappone e Cina (anche Taiwan) reclamano una serie di minuscole isole disabitate nel Mar del Giappone (che i cinesi chiamano Mar Cinese Orientale), conosciute come Senkaku in Giappone e Diaoyu in Cina. La controversia nasce dalle diverse interpretazioni dei trattati del secondo dopoguerra ed è esacerbata dalla presenza di riserve offshore di petrolio e gas naturale e dal nazionalismo in entrambi i paesi.
Sulla scia di un incidente alle isole Senkaku nel 2010, la Cina ha vietato le esportazioni di terre rare in Giappone. Il Giappone si è affrettato a trovare fornitori alternativi e la Cina ha ritirato il divieto qualche anno dopo, ma l'episodio non è stato dimenticato. La ricerca del Giappone di alternative alle terre rare cinesi lo ha portato in Africa. Nel 2018 India e Giappone hanno creato insieme l'Asia-Africa Growth Corridor per collegare le due regioni e sviluppare progetti congiunti. Per raggiungere l'Africa il Giappone deve attraversare l'Oceano Indiano. L'India è nelle prime fasi dello sviluppo di una potente marina, per ora gran parte dell'Oceano Indiano è protetto dalla marina francese perciò, prima dell'istituzione del corridoio Asia-Africa, Giappone e Francia hanno concordato di cooperare in Africa. I due paesi coordinano la loro assistenza umanitaria nell'Africa sub-sahariana e cooperano negli investimenti del settore privato in Africa, anche attraverso la creazione di partenariati pubblico-privato con gli stati regionali.
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