La crisi del Consiglio Artico

29/12/2023

L’11 maggio 2023 la Norvegia ha assunto la presidenza biennale a rotazione del Consiglio Artico, succedendo alla Russia. Oslo ha dichiarato che il Consiglio Artico non può semplicemente riprendere le attività come se i rapporti con la Russia fossero normali, ma per la cooperazione artica è indispensabile l’impegno attivo di Mosca o di entità russe. La Cina si è offerta come mediatore con la Russia. Pechino ha accordi di sicurezza e di sviluppo economico con Mosca, perciò può avere un peso nel Consiglio, pur non essendone membro ma soltanto Paese osservatore.

Il Consiglio Artico è stato per lungo tempo un esempio di cooperazione post-Guerra Fredda tra Russia, Stati Uniti ed Europa − “una vera zona di pace e di fruttuosa cooperazione” − come disse nel 1991 l’allora segretario generale comunista sovietico Mikhail Gorbaciov. Proprio nel 1991, poco prima del crollo dell’Unione Sovietica, le otto nazioni con territorio artico iniziarono una serie di dialoghi e accordi che portarono alla formazione del Consiglio Artico nel 1996. Il Consiglio ha assunto funzioni di coordinamento della ricerca scientifica e dei rapporti politici, sociali ed economici tra gli otto stati membri. Inoltre ha gestito il processo di regolamentazione della regione artica.

Nonostante le azioni militari della Russia in Georgia nel 2008 e in Ucraina nel 2014, il Consiglio Artico ha continuato a mantenersi estraneo alla competizione strategica al di fuori del Circolo Polare Artico. Il Consiglio Artico non ha alcun mandato per discutere o affrontare questioni militari.

Attorno al 2010 la Russia iniziò a ricostruire la propria infrastruttura militare nell’Artico. Nel 2019 il segretario di Stato americano Mike Pompeo criticò per la prima volta apertamente le azioni di Russia e Cina nell’Artico, alla vigilia di una riunione del Consiglio. Nel 2021 la Russia assunse la presidenza del Consiglio, dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022 gli altri paesi del Concilio artico (Canada, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia e Stati Uniti) sospesero il loro coinvolgimento nel Consiglio in tutte le attività che prevedevano la partecipazione russa.

La Russia ha il territorio più vasto, la maggiore popolazione e la maggiore economia nella regione artica. Lo scioglimento dei ghiacci ha permesso a Mosca di rafforzare la sua difesa artica, incrementare l’estrazione mineraria e aprire nuove vie di transito. I progetti di sviluppo della parte artica della Russia sono stati rallentati dalle sanzioni, ma sono ripresi grazie alla cooperazione con la Cina.

Il Consiglio Artico attribuisce status di partecipanti permanenti ai rappresentanti dei sei popoli indigeni dell’area, che ora sono i più preoccupati per la crisi del Consiglio. La Cina ha utilizzato le relazioni formali e informali con gruppi e organizzazioni indigene per diffondere la propria influenza, presentandosi come la voce del mondo in via di sviluppo, dell’anticolonialismo e dei diritti dei sottorappresentati.

La Cina sostiene da tempo che l’Artico dovrebbe essere un’area di gestione internazionale, piuttosto che regionale, poiché le questioni artiche hanno impatti globali, e già investono in modo imponente nei progetti di sviluppo della regione. Per la Cina l’Artico è una regione ricca di risorse future, una rotta alternativa tra Asia ed Europa e una regione chiave per gestire la concorrenza strategica con gli Stati Uniti (la rotta più breve per missili e aerei è attraverso l’Artico, non attraverso il Pacifico). La Russia sostiene questo approccio per togliere potere ai paesi occidentali. I Russi hanno invitato i paesi del Golfo, all'America Latina e il Vietnam a partecipare alla ricerca sull'Artico presso le stazioni scientifiche internazionali e ha suggerito che i paesi BRICS potrebbero cooperare nella ricerca sull'Artico presso le strutture russe alle Svalbard. Nell’aprile 2023 la Russia ha ospitato rappresentanti di 13 paesi, tra cui Iran, Arabia Saudita e Kazakistan, nelle esercitazioni Secure Arctic. L’India, paese ben attento a mantenere aperta la cooperazione sia con Mosca che con Washington, beneficia in modo particolare delle forniture di energia dall’Artico russo, perciò è pronta a sostenere i diritti russi.

Gli Stati Uniti sono sempre più preoccupati per il crescente interesse e attività della Cina nell’Artico. Le flotte pescherecce cinesi operano ai limiti del territorio artico degli Stati Uniti, le navi cinesi effettuato operazioni con la Russia vicino all’Alaska e ricerche marittime e atmosferiche con navi e palloni aerostatici. Ma molti stati non artici vedono la Cina come un partner importante per finanziamenti, per la ricerca congiunta o semplicemente come portavoce del loro coinvolgimento nella governance dell’Artico.

 

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