Breve storia degli Ebrei
Parte IV: gli Ebrei nella modernità (1500 - 1870)

13/02/2024

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Per tutto il Medio Evo nell’Europa centrale la persecuzione degli Ebrei e le loro deportazioni furono endemiche e ricorrenti. Intorno al 1500 gli Ebrei trovarono una relativa sicurezza e un rinnovamento di prosperità nella Grande Polonia (che allora comprendeva anche i Paesi Baltici e parte dell’attuale Ucraina) dove rimasero in grandissimo numero, nonostante i pogrom e le persecuzioni, fino al XX secolo, quando furono quasi tutti assassinati nella Shoah.

Durante il periodo del Rinascimento e dell'Illuminismo si verificarono grandi cambiamenti anche all'interno delle comunità ebraiche d’Europa. Nel XVIII secolo gli Ebrei intrapresero una campagna per l'emancipazione dalle leggi restrittive e l'integrazione nella società europea in generale. L'istruzione laica e scientifica fu aggiunta alla tradizionale istruzione religiosa ricevuta dagli studenti, e cominciò ad aumentare l'interesse in un'identità ebraica nazionale, tra cui una rinascita nello studio della storia ebraica e dell'ebraico. Fu l’Haskalah, l’illuminismo ebraico. Circa allo stesso tempo nacque un movimento di opposizione all’Haskalah, l'ebraismo chassidico mistico, che ebbe i suoi grandi rabbini in Polonia (Rabbi Israel Baal Shem Tov).

Il primo paese a garantire agli Ebrei pari diritti fu la Francia, durante la Rivoluzione francese del 1789. Ma ci si aspettava che gli Ebrei si integrassero, senza continuare le loro tradizioni: «Dobbiamo rifiutare tutto agli Ebrei come nazione e concedere tutto agli Ebrei come individui …. Devono essere cittadini individualmente…. Se non vogliono essere cittadini, devono dirlo, dopodiché dovremmo bandirli. È ripugnante avere nello stato un'associazione di non-cittadini, e una nazione all'interno della nazione...» (discorso di Clermont -Tonnerre all’Assemblea nazionale nel 1979).

L'emancipazione si diffuse in tutta l'Europa del XIX secolo. Napoleone invitò gli Ebrei a lasciare i ghetti di tutta Europa e rifugiarsi presso i regimi politici tolleranti di nuova costituzione. Nel 1871, con l'emancipazione degli Ebrei da parte della Germania, tutti i paesi europei tranne la Russia avevano emancipato i propri Ebrei. Emerse allora una nuova forma di odio anti-ebraico sulla base delle idee di razza e nazione. Si definì antisemita e non più antigiudaico. Sosteneva che gli Ebrei fossero una razza distinta e inferiore a quella ariana dell'Europa occidentale e portò alla nascita di partiti politici in Francia, Germania e Austria-Ungheria, che fecero una campagna di revoca dell'emancipazione. Il caso più famoso fu l'Affare Dreyfus in Francia. Le masse tradizionaliste non accettavano che gli Ebrei ‘deicidi’, ora ritenuti moralmente inferiori su base razziale, nonché estranei alla nazione, potessero ricoprire cariche pubbliche importanti, divenissero classe dirigente, a scapito dei ‘figli della nazione’. I partiti politici alimentavano ed esasperavano questi sentimenti per raccogliere consensi.

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