Nel 2024 gli Stati Uniti aumenteranno il dazio sui veicoli elettrici cinesi dal 27,5% al 102,5%, raddoppieranno il dazio sulle celle solari, portandolo al 50%, triplicheranno il dazio sulle batterie agli ioni di litio per veicoli elettrici portandolo al 25%. I dazi su alcuni prodotti in acciaio e alluminio di origine cinese saliranno al 25%, l’anno prossimo il dazio sui chip per computer raddoppieranno, arrivando al 50%. È un forte aumento rispetto ai dazi introdotti da Donald Trump durante la sua presidenza, a riprova che i capi di governo possono usare retoriche molto diverse per parlare agli elettori, ma nella sostanza perseguono le stesse linee di politica estera e di politica industriale.
La Cina ha una sovracapacità manufatturiera causata da ingenti sussidi e trasferimenti tecnologici forzosi, che può diventare un problema molto serio se il flusso delle esportazioni si riducesse drasticamente, perché il mercato interno non può assorbire tanta produzione. E poiché anche l’Europa, partner commerciale alternativo agli Stati Uniti, teme di affidarsi troppo alle importazioni cinesi, i problemi non troveranno soluzione rapidamente.
Ad un forum con i maggiori investitori cinesi il vice premier Han Zheng ha parlato a lungo della necessità di trovare nuovi partner per le diverse aree di sviluppo. La Cina ha bisogno di investimenti dall’estero. Secondo i dati recentemente diffusi dal Ministero del Commercio, gli investimenti diretti esteri in Cina sono stati circa 41,6 miliardi di dollari nel primo trimestre di quest’anno, in calo del 26% per cento rispetto all’anno precedente e inferiore del 56% rispetto al trimestre precedente. Il 2023 è stato l’anno peggiore in termini di investimenti diretti esteri della Cina negli ultimi tre decenni: appena 30 miliardi di dollari.
Il commercio con gli Stati Uniti svolge da 40 anni un ruolo significativo nel mantenere a galla l’economia cinese. Nel 2023 la Cina ha venduto agli USA manufatti per circa 427 miliardi di dollari ed ha comperato soltanto 148 miliardi di dollari dagli USA.
I dazi sui veicoli elettrici cinesi non creano un grande danno subito, perché negli Stati Uniti vengono venduti pochissimi veicoli elettrici cinesi. Le esportazioni verso l’UE sono invece più importanti. Dal 2020 al 2023 il valore totale delle importazioni nell’UE di veicoli elettrici cinesi è aumentato da 1,6 miliardi di dollari a 11,5 miliardi di dollari. Oggi però le auto cinesi, molte delle quali elettriche, si stanno accumulando nei magazzini dei porti europei a causa di un calo di domanda, causato da vari fattori, tra cui la mancanza di immagine del marchio, la rapida obsolescenza dovuta all’introduzione di nuovi modelli ogni pochi mesi, e il sospetto che la Cina adotti pratiche commerciali discutibili. A inizio maggio il capo della politica estera dell’UE Josep Borrell ha espresso apertamente le sue preoccupazioni sulla produzione automobilistica cinese. La Commissione Europea sta concludendo un’indagine sulle sovvenzioni cinesi all’export di veicoli elettrici, che certamente porterà ad applicare restrizioni di qualche tipo all’import di veicoli elettrici cinesi.
La Cina mantiene alcuni straordinari vantaggi nel settore delle nuove energie, ad esempio nel caso della grafite, il cui la Cina è il maggior produttore al mondo, coprendo il 90% delle necessità mondiali! Gli Stati Uniti dovranno considerare le modalità alternative di approvvigionamento di grafite naturale, indispensabile per le batterie dei veicoli elettrici.
Anche per quanto riguarda i pannelli solari, oltre l’80% della produzione globale oggi avviene in Cina e il costo di produzione di un pannello in Cina è più economico del 60% rispetto agli Stati Uniti. I grandi produttori americani chiedono da tempo dazi sui pannelli cinesi, ma le aziende che sviluppano negli USA sistemi di energia rinnovabile si sono opposti, per non veder aumentare i costi. L’America Latina è ancora aperta agli investimenti cinesi nel campo dei veicoli elettrici e di altre tecnologie verdi con destinazioni in Brasile, Argentina e Messico.
La Cina non ha molte opzioni per reagire sul piano economico. L’aumento dei dazi sull’importazione di high-tech dagli USA, ad esempio, potrebbe mettere a repentaglio lo sviluppo tecnologico cinese. Si avvieranno negoziati cruciali per entrambe le parti. La Cina dovrà evitare le conseguenze a lungo termine delle prossime restrizioni, e gli Stati Uniti dovranno evitare di alienare la Cina e incitarne l’ostilità.
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