L’area del caos fra Pakistan, Iran e Afghanistan

04/10/2024

Si espande il vuoto di potere nell’area in cui si incontrano Pakistan, Iran e Afghanistan. Le istituzioni di tutti e tre gli stati stanno cedendo, seppur a modo proprio e con velocità propria. I tre governi non sono riusciti a creare sistemi economici e politici stabili e sostenibili, lasciando spazio alle forze e alle ideologie etno-nazionaliste. Le crisi dei tre stati si stanno fondendo in un unico caotico campo di battaglia, che avrà ripercussioni più ampie.

Sin dalla sua fondazione come stato sovrano nel 1947 il Pakistan ha avuto difficoltà a gestire le regioni occidentali, dove la maggioranza pashtun del nord-ovest e la maggioranza balushi del sud-ovest non riescono a cooperare. Per decenni l'apparato di sicurezza nazionale gestito dall'esercito ha fatto affidamento sulla coercizione, ma ora le crisi politiche ed economiche hanno indebolito anche l'esercito, che è stato sopraffatto dalle insurrezioni sia dei ribelli talebani a nord sia da quelle dei separatisti nel Belucistan.

Per decenni il Pakistan ha sostenuto i talebani afghani perché sconfiggessero l'etno-nazionalismo pashtun, col risultato che ora, invece delle forze laiche, il nord-ovest del Pakistan è minacciato dagli islamisti con un programma ancora più pericoloso. Gli insorti talebani pakistani oggi mirano a ritagliarsi un emirato nei distretti pachistani del Khyber-Pakhtunkhwa. Nel frattempo è emerso un nuovo movimento nazionalista pashtun, mentre il governo provinciale, controllato dal partito di opposizione, sfida l'esercito.

Nel Belucistan è in atto la rivolta civile guidata da giovani della classe media urbana che protestano contro la repressione e l’inefficienza statale, ma si intensifica anche l’insurrezione armata dei separatisti, che hanno basi in Iran e Afghanistan e prendono di mira sia gli interessi pakistani che quelli cinesi. Il governo centrale non sa mettere in atto nessuna strategia per riconciliarsi con la popolazione e combattere i ribelli armati.

Anche in Iran il governo affronta la propria questione beluci, guidata da fattori etnici e religiosi. I Beluci della provincia sud-orientale del Sistan e Belucistan sono sia minoranza etnica, sia appartenenti alla setta sunnita, che si oppone alla teocrazia sciita. L'intensa attenzione dell'Iran alla politica estera l’ha portato a trascurare l'economia e la politica interna e a lasciare le regioni dei Beluci sottosviluppate ed emarginate. Sono stati i Beluci a organizzare le proteste più intense dopo l'uccisione nel 2022 della 22enne Mahsa Amini da parte della ‘polizia morale’.

L'Iran sospetta che il Pakistan (e l'Afghanistan in misura minore) dia rifugio ai suoi ribelli beluci e per questo ha lanciato attacchi missilistici senza precedenti contro il Pakistan a gennaio 2024, il che ha portato il Pakistan ad attaccare a sua volta i rifugi dei propri ribelli beluci in territorio iraniano. Il regime iraniano sta mutando: è in corso l’evidente indebolimento del clero e l’aumento di potere dei militari. Questo cambiamento sistemico comporta l’aumento dei rischi di instabilità interna.

In Afghanistan il regime talebano non ha una seria opposizione, ma non ha neppure sostenitori. Sta tentando di costruire relazioni economiche e politiche con la Cina, gli Emirati Arabi Uniti, il Kazakistan e l’Uzbekistan, ma il suo durissimo trattamento delle donne e delle minoranze impedisce quasi totalmente lo sviluppo. Per ora sopravvive perché gli afghani sono stremati da decenni di guerra, ma non riesce ad essere efficace. In questa situazione si inserisce lo Stato Islamico del Khorasan, un gruppo jihadista transnazionale con forte sostegno in Tagikistan, che sfrutta la fragilità dell'Afghanistan sotto i talebani per usarlo come base di lancio di attacchi contro Iran e Russia. Il governo talebano afghano a sua volta cerca di stabilire un emirato gemello a est del confine con il Pakistan, ponendosi come nemico dello stato pakistano.

 

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