La Russia in Africa

06/10/2024

Dal 2018 il Wagner Group, noto anche come Africa Corps, opera in Libia, Sudan, Mali, Burkina Faso e Niger per conto della Russia, che in parallelo ha ampliato l’attività diplomatica nella regione, firmando un'ampia gamma di accordi di cooperazione economica e tecnica riguardanti energia, risorse naturali e infrastrutture. Il Cremlino persegue anche campagne di informazione e disinformazione volte ad alimentare sentimenti anti-occidentali e rafforzare l'immagine della Russia tra le popolazioni africane.

L’ impegno nei paesi africani consente alla Russia di rafforzare la sua economia di guerra ed aumentare la sua influenza politica e militare nei confronti dell'Occidente, ma non è privo di rischi. Nell’ultima settimana di luglio 2024 i ribelli tuareg del Mali hanno ucciso almeno 84 membri del gruppo paramilitare Wagner, oltre a 47 militari maliani, vicino alla città di Tinzaouaten.

La Russia ha circa 5000- 6.000 paramilitari in Africa: 1.800 in Libia, 1.500-2.000 nella Repubblica Centrafricana, 1.600 in Mali, da 100 a 200 in Burkina Faso e 100 istruttori militari in Niger. Il numero di paramilitari in Sudan non è chiaro, ma le ultime stime suggeriscono che si tratti di oltre 100 miliziani.

I leader africani hanno accolto con favore le iniziative della Russia per espandere la cooperazione economica e commerciale con l’Africa e non hanno aderito alla richiesta di sanzioni economiche alla Russia per l’aggressione all’Ucraina. L’Africa ha così aperto nuovi mercati alle aziende russe, la quota russa nel settore minerario africano, soprattutto nei metalli preziosi, è aumentata moltissimo. Le agenzie russe reclutano in Africa migliaia di lavoratori con cui colmare le carenze di manodopera dovute alla mobilitazione bellica e alla costante fuga di cervelli.

La Russia ha stretto accordi per lo sviluppo dell'energia nucleare civile nei paesi africani; la Rosatom sta già guidando la costruzione di una centrale nucleare a Dabaa, in Egitto. Inoltre una quota significativa della flotta fantasma che Mosca utilizza per eludere il tetto del prezzo del petrolio del Gruppo dei Sette è registrata in paesi africani, tra cui Gabon, Camerun, Comore e Mozambico.

I principali obiettivi dell'interferenza politica russa in Africa sono ora la Costa d'Avorio e il Camerun, che stanno per affrontare difficili elezioni presidenziali in cui i vecchi leader legati alla Francia potrebbero perdere il potere. Un altro obbiettivo delle campagne di destabilizzazione russe è il presidente keniano William Ruto, che è alleato degli Stati Uniti ma affronta una crescente opposizione pubblica. L'influenza crescente di Mosca in Africa mira ad acquisire posizioni sicure nei principali porti del continente, sia a est che a ovest. Lo si è già visto in Sudan.

La Russia potrebbe anche usare la sua presenza militare nel Sahel e in Libia per sostenere e incrementare le attività delle reti di contrabbando di migranti africani verso l’Unione Europea. Il Wagner Group ha già stretti contatti con le bande di trafficanti, che godono anche dell’autorizzazione di sicurezza da parte dell'Esercito nazionale libico.

Però l'avanzata jihadista nel Sahel pone un importante dilemma politico anche alla Russia, perché potrebbe far cadere anche i regimi attualmente favorevoli a cooperare con Mosca e trascinare la Russia ad essere coinvolta in interminabili guerre civili africane.

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