Il 23 dicembre, a causa di una lunga malattia, Lansana Conte, il comandante militare che governava lo stato africano occidentale della Guinea, si è spento.
Conte governava la Guinea – uno dei paesi più poveri dell’Africa – con il pugno di ferro dal momento in cui aveva preso il potere con un colpo di stato nel 1984.
Da allora ogni opposizione è stata sistematicamente imbavagliata e repressa brutalmente dall’esercito e dai servizi segreti.
Conte è sopravvissuto al potere attraverso il terrore, incorporando a volte nel suo governo alcuni membri dissidenti, per poi sbarazzarsene screditandoli di fronte all’opinione pubblica.
Tuttavia la sua morte non metterà fine al potere della giunta militare. I militari infatti hanno governato la Guinea quasi ininterrottamente dal giorno in cui ottenne l’indipendenza dalla Francia nel 1956 e al momento hanno già fatto i primi passi per non perdere il potere e favorire la transizione a proprio vantaggio. Il capitano dell’esercito Moussa Dadis Camara ha annunciato alla radio che verrà formato un consiglio composto da militari e civili a 40 giorni dalla morte dell’ex leader - periodo sufficiente a consolidare il potere dell’esercito nel paese.
Il regime controlla tutte le attività minerarie del paese, che rappresentano la spina dorsale dell’economia. La Guinea esporta bauxite, utilizzata per produrre alluminio, e in misura minore oro e diamanti.
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