Da "Il Foglio" del 15 gennaio 2009
Giulio Meotti
"Una Norimberga per Hamas"
Una volta terminate le operazioni militari nella Striscia di Gaza, inizierà il balletto legale intorno alla Corte penale internazionale dell’Aia. Un film già visto nel 2002 con la campagna “Scudo Difensivo”, quando le Forze di Difesa israeliane, al comando di Ariel Sharon, dopo due anni di attentati suicidi nelle città ebraiche, andarono a stanare i terroristi dentro i territori palestinesi. Ieri il ministro della Giustizia israeliano, Daniel Friedmann, si è messo al lavoro con un team di esperti per rispondere al fuoco della giurisprudenza antisraeliana e umanitarista. Il Palestinian Center for Communications and Research ha annunciato azione legale sui “crimini di guerra” d’Israele. Anche alcuni municipi israeliani, come Sderot e Ashkelon, bombardati da Hamas, vogliono muoversi.
Ieri l’ambasciatrice israeliana all’Onu, Gabriela Shalev, ha avviato una pratica contro Hamas per aver usato i palestinesi come scudi umani. Intanto la Croce Rossa internazionale conferma che Israele non ha fatto alcun uso improprio delle bombe al fosforo bianco. Cadrà così – pare – uno dei miti neri della disinformazione. Ancora una volta mass-media, organismi internazionali e influenti organizzazioni non governative gettano accuse su Israele. Durante la guerra in Libano del 2006 i gruppi per i diritti umani, in particolare Human Rights Watch e Amnesty International, si affrettavano a diffondere condanne dei “crimini di guerra” di Israele. Nel villaggio di Qana, Human Rights Watch sostenne, senza prendersi la briga di alcun controllo sui fatti, che gli israeliani avessero fatto strage di civili. I titoli su giornali e tv mondiali spinsero il primo ministro israeliano Ehud Olmert a decretare una tregua che diede a Hezbollah l’opportunità di riorganizzarsi. Human Rights Watch corresse poi accusa e cifre, ma la ritrattazione passò inosservata. Il giurista di Harvard Alan Dershowitz ha scritto sul Los Angeles Times un editoriale sui “crimini di guerra di Hamas”.
Ma a spezzare l’incanto antisraeliano ci ha pensato il guru dei diritti umani Irwin Cotler, ex ministro della Giustizia canadese e più alto magistrato del paese, docente di legge alla Mc- Gill University tirato in causa nelle controversie legate al diritto internazionale. Nonché liberal d’antan e difensore di Nelson Mandela. Un pedigree ineccepibile. Cotler è appena tornato dalla Striscia di Gaza, dove si è recato per stilare un rapporto sulla violazione delle regole di guerra. Risultato: “Hamas è un caso da manuale nella violazione della legge umanitaria internazionale”. Secondo il professor Cotler, è Hamas che dovrebbe essere portata davanti all’Aia. E Cotler convalida la propria asseverazione in sei punti. Primo. “L’attacco deliberato di civili è in sé un crimine di guerra”. E’ il lancio giornaliero di missili da Gaza verso città, ospedali, scuole, asili nido e case dei civili israeliani che abitano tra Beersheva e Sderot e Ashkelon. Parliamo di 5.700 razzi e 4.000 obici di mortaio lanciati da Hamas a partire dal 2005, l’anno del ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza (da allora l’unico cittadino israeliano presente nella Striscia si chiama Gilad Shalit, è il soldato di leva sequestrato da Hamas due anni e mezzo fa). Da quando nel 2000 sono iniziati i lanci palestinesi da Gaza, i razzi hanno ucciso 19 israeliani. Dall’inizio della controffensiva sono stati lanciati 683 ordigni palestinesi sulla popolazione israeliana: sei civili uccisi, 53 feriti, oltre 200 persone soccorse per shock. E un milione di israeliani sotto tiro, privati della libertà di movimento. Secondo crimine di guerra. “Gli attacchi portati da Hamas dalle aree civili, siano appartamenti civili, una moschea o un ospedale, al fine di rendersi immuni da una risposta di Israele”. Spiega Cotler che “i civili sono persone protette e le aree civili sono aree protette. Ogni utilizzo dell’infrastruttura civile per lanciare bombe è in sé un crimine di guerra”. Come ha scritto l’esperto di diritto internazionale Yoram Dinstein, “se si verificano vittime civili in conseguenza del tentativo di porre i combattenti al riparo dietro ai civili, la responsabilità ultima ricade sul belligerante che ha messo a rischio in questo modo dei civili innocenti”. La responsabilità è di Hamas che spara dalle case e lascia che sia la popolazione locale a subire i colpi della controffensiva israeliana. L’alto tasso di perdite civili rispetto a quelle dei miliziani è dovuto alla scelta di Hamas di nascondere i propri combattenti nei quartieri civili, anziché affrontare le truppe israeliane. Pochi giorni fa un’intera famiglia palestinese è stata uccisa durante un bombardamento a Gaza City. Nella casa si nascondeva Iman Siam, il sanguinario fondatore del programma di lancio dei Qassam e il capo dell’artiglieria di Hamas. Assieme al predicatore di Hamas, Nizar Rayan, l’aviazione israeliana ha assassinato le quattro mogli e undici figli. Sebbene Israele avesse preavvertito il jihadista dell’attacco, la famiglia ha preferito morire. Non solo. Il giorno prima Rayan aveva convocato tutti. “Chi vuole morire da martire con me?”, ha chiesto ai figli. “Papà, lo vogliamo tutti”. E così è stato. L’esercito israeliano ha appena scoperto uno zoo e una scuola di Gaza minati da Hamas. Lo ha spiegato il parlamentare di Hamas Fathi Hammad: “Abbiamo formato scudi umani di donne, di bambini, di anziani e di mujahideen per sfidare la macchina di bombardamento sionista. E’ come se in questo modo loro dicessero al nemico sionista: ‘Noi desideriamo la morte così come tu desideri la vita’”. C’è un video, consultabile sul sito del ministero degli Esteri israeliano, che mostra come Hamas catturi bambini per strada e li disponga come scudi umani presso gli edifici. Una tattica nota. Il 20 novembre del 2006, l’esercito israeliano ordinò l’evacuazione della casa del capo terrorista Waal Rajeb al Shaqra. Hamas rispose convocando decine di bambini e donne presso la casa. Il portavoce dei terroristi, Musheir al Masri, arrivò sul posto con un “patto di martirio per il bene di Allah” da far firmare ai civili. Secondo il professor Cotler, Hamas ha violato la quarta convenzione di Ginevra e le regole della Corte dell’Aia con (terzo capo d’accusa) “l’abuso dei simboli umanitari al fine di lanciare attacchi. Come una ambulanza per trasportare combattenti o armi o camuffarsi da medico in un ospedale o usare il logo dell’Onu”. Alti comandanti di Hamas si sono nascosti nel reparto di maternità dell’ospedale Shifa di Gaza, usano l’ospedale per conferenze stampa, al riparo dal fuoco israeliano. Per lo stesso motivo, forze di Hamas si nascondono nei pressi di edifici che fungono da sedi di varie organizzazioni internazionali, come la Croce Rossa e le Nazioni Unite. Almeno 13 giornalisti palestinesi sono stati arrestati e torturati dalle milizie di Hamas da quando il movimento ha preso il controllo totale della Striscia di Gaza nell’estate del 2007. Le famiglie di 450 palestinesi uccisi negli scontri fra Fatah e Hamas hanno chiesto ad Abu Mazen di adoperarsi per portare alla sbarra le milizie “assassine” di Hamas per le “atrocità” commesse. Per non parlare della dissacrazione delle moschee da parte di Hamas. Come quella Ibrahim al Maqadma a Beit Lahiya, così chiamata in nome del capo terrorista responsabile dell’uccisione di 17 israeliani su un bus di Haifa. L’aviazione israeliana l’ha colpita perché la moschea era usata come santabarbara, centro di reclutamento di miliziani e base militare. Un video lo dimostra. La quarta violazione, contenuta anche nella carta di Ginevra, è “il pubblico e diretto incitamento al genocidio”. Cotler indica la stessa Carta di Hamas del 1988. Si parla di ebrei, li si addita come passibili di morte, si giustifica l’omidicio con le scritture coraniche, si persegue l’annientamento di donne, vecchi e bambini ebrei. “Ho visto in tv leader di Hamas riferirsi a Israele e agli ebrei come a figli di scimmie e maiali” scrive Cotler. Sui testi scolastici voluti da Hamas in due anni, gli ebrei sono chiamati “serpi assassine”. Quinto capo d’accusa, Hamas è colpevole di “crimini contro l’umanità” per la campagna a suon di kamikaze e razzi con cui ha messo in ginocchio la società israeliana. In quella palestinese non esistono modelli più grandi dei terroristi suicidi. Istigazione e indottrinamento all’odio sono l’esposizione più tossica dei nostri tempi: forgiano l’ambiente che permette al terrorismo genocida di affermarsi come norma sociale accettata e approvata. Un odio che declina gli ebrei come “maiali”, “immondizia”, “germi” e “parassiti”. Infine, c’è il crimine di guerra del “reclutamento dei bambini”. La maggior parte dei bambini ospitati nei campi estivi gestiti da Hamas nella Striscia di Gaza ha un’età che varia dagli otto ai 17 anni. Viene loro insegnato a usare armi automatiche e maneggiare granate, a immolarsi con la dinamite e li si avvia al sacrificio islamista. “Sto imparando come uccidere bambini ebrei” ha dichiarato al quotidiano Yedioth Ahronoth il piccolo Muhammad, undici anni, ospite di un campo di Hamas. Grazie a un giurista come Irwin Cotler, si potrà ancora sperare che il diritto umanitario non venga definitivamente trasformato nell’ultimo rifugio di ipocriti e canaglie e nello schermo con cui i guerrasantieri si sono fatti beffe. Quel diritto è uscito dalle rovine della Seconda guerra mondiale ed è costruito sui morti di Hiroshima, Dresda e San Lorenzo. Non merita di finire nel mattatoio di Hamas. Questa invece meriterebbe la sua Norimberga.
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