Tratto da una analisi di George Friedman per Strategic Forecast, 26 gennaio 2009.
La nuova amministrazione americana e il generale Petraeus stanno definendo la strategia per l'Afghanistan. Sicuramente stanno riconsiderando i seguenti punti:
- Quali sono gli obbiettivi strategici americani in Afghanistan?
- Quali sono le intenzioni e le potenzialità dei Talebani e di al-Quaeda da un lato, dell'alleanza NATO dall'altra?
- Che rapporto c'è fra al Qaeda e i Talebani?
Obiettivi strategici americani
Dopo l'11 settembre, l'obiettivo primario degli Americani è sempre stato prevenire attentati terroristici in territorio statunitense.
Lo si è perseguito sia con il rafforzamento delle difese e dell'intelligence all' interno, sia con l'attacco alle strutture primarie di al Qaeda all'estero, quelle che hanno pianificato gli attentati del'11 settembre ed altre azioni terroristiche gravi in varie parti del mondo prima e dopo l'11 settembre e che quindi sono seriamente pericolose. Si tratta di un gruppo specifico, da tenere distinto dai tanti altri gruppi che si ispirano ad al Qaeda oggi nel mondo. Questo gruppo aveva il suo quartier generale in Afghanistan (pur non essendo afgano) e godeva dell'appoggio dei Talebani.
I Talebani sono il gruppo politico e militare afgano che vinse la guerra civile afgana, in coalizione con i capi tribali, nonostante i loro nemici avessero l'appoggio sia dell'Unione Sovietica sia dell'Iran.
Le truppe Nato in Afghanistan si sono date un duplice obbiettivo: distruggere le forze di al Qaeda in Afghanistan, e fare dell'Afghanistan la base per riuscire a distruggere le forze al Qaeda in Pakistan.
Hanno iniziato con lo scalzare dal potere i Talebani nelle città, sostituendo il governo talebano con il governo Karzai, che ha tolto ogni protezione ai membri di al Qaeda, ma i Talebani mantengono il controllo del territorio al di fuori delle città. La forza aerea americana può colpire qualunque forza concentrata a terra, cioè qualunque città, ma è quasi inutile nei confronti di piccoli gruppi sparpagliati, che conoscono il terreno e si nascondono fra la popolazione.
Ciò nonostante la pressione su al Qaeda è stata forte e rimane forte e ne è prova il fatto che da anni le strutture originarie di al Quaeda non sono in grado di sferrare attacchi in nessuna parte del mondo e neppure ormai di lanciare proclami. Molti suoi capi sono stati uccisi e non vengono rimpiazzati per timore di infiltrazioni e tradimenti.
I Talebani
In quasi otto anni di conflitto i Talebani hanno ripreso il controllo del territorio al di fuori delle città, si sono riarmati e riorganizzati e godono dell'appoggio delle tribù afgane e pakistane. Le tribù sanno bene che contro la guerriglia talebana e tribale non sono riusciti a vincere né gli Inglesi né i Sovietici, e non ce la faranno neppure gli Americani. Gli Americani si stancheranno e se ne andranno anche loro, come tutti gli altri stranieri nella storia, da quelle zone inospitali. Dunque le tribù non vogliono inimicarsi i Talebani, ma li sostengono e li seguono.
In queste condizioni non basta raddoppiare le forze attualmente presenti: appena si allontanano, il territorio torna in mano talebana.
Difendere le città ed il governo Karzai senza il controllo del territorio circostante è un'impresa impossibile.
Agli Americani potrebbe bastare raggiungere l'obiettivo primario, cioè la garanzia che il governo afgano non darà aiuto ad al Qaeda né permetterà che in territorio afgano si organizzino attentati terroristici contro gli Stati Uniti. Che poi il governo afgano sia controllato dai Talebani o da altre forze, agli Stati Uniti non dovrebbe importare. Si potrebbe negoziare con i Talebani per raggiungere questo scopo.
Il punto è che i Talebani, sicuri dei propri vantaggi e memori di una storia di vittorie militari contro tutti gli stranieri, non hanno nessuna intenzione di negoziare e non accettano trattativa alcuna.
E' molto probabile che il governo americano deciderà di aumentare la pressione, raddoppierà gli effettivi, lancerà nuove offensive, ma non nell'intento di liberare l'Afghanistan dai Talebani, bensì per spingerli ad accettare una trattativa. E la guerra probabilmente finirà con il ritorno dei Talebani al potere, ma non più in alleanza con al Qaeda o con altri gruppi impegnati nel jihad internazionale.
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