Grande rivalità
fra Russia e USA in Asia centrale

30/01/2009

Il 22 gennaio 2009 il presidente russo Medvedev si è recato in Uzbekistan per incontrare la sua controparte, Islam Karimov. Secondo fonti ufficiali i due leader avrebbero discusso di questioni energetiche, ma è probabile che il motivo del viaggio fosse un altro.   Il 20 gennaio il generale infatti Davide Petraeus, al ritorno da un viaggio attraverso Kazakistan, Turkmenistan, Kirghizistan, Tagikistan, Afghanistan e Pakistan, aveva dichiarato di aver trovato una nuova via per rifornire le truppe in Afghanistan, che potrebbe ridurre la dipendenza della NATO - e degli Stati Uniti - dal Pakistan. È quindi probabile che il viaggio di Medvedev sia una contromossa per impedire che gli ex paesi satelliti dell’Unione Sovietica stringano un patto con gli Americani senza coinvolgere il governo di Mosca, che considera l’Asia Centrale propria zona d’influenza.   Petraeus non ha rivelato con precisione di quale via si servirà per spedire armi e munizioni in Afghanistan, ma dovrà senz’altro prendere in considerazione la situazione interna dei singoli stati prima di firmare un accordo definitivo.   Cerchiamo di fare una panoramica.   CAUCASO - Un possibile tragitto potrebbe partire dalla Turchia per poi inoltrarsi nel Caucaso (attraverso Georgia e Azerbaigian) e proseguire in Asia centrale.   La Georgia, confinante con la Turchia e affacciata su Mar Nero, ha interesse a diversificare la propria economia e a diventare indipendente dalla Russia. Ma l’UE e gli Stati Uniti non hanno fornito sufficiente assistenza a Tbilisi durante la guerra di agosto 2008, e questa delusione può spingere i Georgiani a riconsiderare le proprie posizioni.     L’Azerbaigian, incastonato fra Russia e Iran, continua ad essere molto vulnerabile e rimane tuttora nella sfera d’influenza russa.   Se gli Stati Uniti pensano di appoggiarsi sui paesi del Caucaso, dovranno senza dubbio accordarsi anche con il governo russo, che mantiene una presa salda sulla regione.   ASIA CENTRALE - Gli stati dell’Asia centrale presentano una situazione variegata: alcuni dipendono dalla Russia, altri oscillano fra Occidente ed Oriente, altri ancora potrebbero ottenere notevoli vantaggi avvicinandosi agli Stati Uniti. Se Washington intende aprire nuove vie verso l’Afghanistan passando attraverso il Mar Caspio, dovrà senz’altro stringere accordi almeno con uno degli stati dell’Asia centrale.   Kazakistan   Il Kazakistan è lo stato più importante dell’Asia centrale, ma il suo territorio è così vasto che difficilmente può essere controllato da una popolazione così esigua (è grande circa quanto il 75% degli Stati Uniti, ma con una popolazione pari solo al 5% di quella americana). Il Kazakistan confina per oltre 1500 km con la Russia, che controlla le esportazioni di gas e di petrolio verso l’Occidente.  Prima della guerra del Caucaso il governo kazako aveva pensato di esportare l’immenso patrimonio energetico attraverso il Caspio e la Cina, bypassando la Russia. Ma le connessioni con gli altri stati non sono ancora terminate, quindi Astana si trova tuttora sotto l’influenza di Mosca. Al momento il Kazakistan pare meno pronto a prendere le distanze dalla Russia perché ne teme le reazioni.   Tagikistan e Kirghizistan   Tagikistan e Kirghizistan presentano una serie di problemi interni piuttosto gravi. Stalin tracciò arbitrariamente i confini nella regione ignorando completamente le realtà etniche ed economiche, per questo si tratta di stati estremamente instabili e poveri, incapaci di ritagliarsi un decoroso livello d’autonomia.   Il Kirghizistan ospita sia basi americane che russe perché ha un disperato bisogno di denaro. Le esportazioni di energia idroelettrica, unica fonte di reddito del paese, sono state interrotte in seguito alla terribile siccità che ha colpito il paese, quindi Bishkek ha deciso di rivolgersi a Mosca in cerca di aiuto. La Russia ha offerto due miliardi di euro al Kirghizistan, ma probabilmente in cambio del prestito ha chiesto al governo di sfrattare gli Americani dalla regione.   Uzbekistan   L’Uzbekistan si trova in una situazione particolare, in quanto nutre ambizioni egemoniche nella regione ed ha la possibilità di prendere le distanze dalla Russia. Nonostante la manipolazione dei confini effettuata da Stalin, il paese ha conservato la sua forza, in quanto la popolazione uzbeka è presente in tutti gli stati circostanti, il che permette a Tashkent di esercitare un certo potere anche sulla politica dei paesi limitrofi. Inoltre l’Uzbekistan è economicamente indipendente e non confina con la Russia. Confina però con l’Afghanistan, il che lo rende particolarmente interessante per gli Stati Uniti, che potrebbero cercare un accordo per il transito di rifornimenti per il contingente NATO.  Inoltre l’Uzbekistan ha già da tempo dimostrato l’intenzione di voler sfuggire alla presa russa, il che faciliterebbe il compito agli Americani.   Turkmenistan    Il Turkmenistan non confina con la Russia, ma confina invece con l’altra potenza della regione, l’Iran. La Russia dipende dalle importazioni di gas turkmene - e non viceversa – il che complica notevolmente i piani russi di egemonia in quest’angolo dell’Asia centrale.   Storicamente i Turkmeni hanno cercato di tenersi alla larga dal braccio di ferro  fra Stati Uniti e Russia, anche se dopo la morte del leader storico, Saparumat Niyazov, hanno iniziato ad esplorare nuove possibili opzioni per il futuro. Gli Stati Uniti sono interessati al Turkmenistan per la sua vicinanza con l’Afghanistan e perché potrebbe ospitare in futuro una base americana – fattore rilevante, specialmente se saranno costretti ad abbandonare la base di Manas, in Kirghizistan.   Ma il Turkmenistan recentemente ha chiesto aiuto alla Russia per sgominare un presunto colpo di stato. Secondo fonti governative turkmene, l’azione sarebbe stata pianificata in occidente, sebbene non si conosca ancora il vero responsabile. È quindi probabile che al momento il Turkmenistan rimanga nella sfera d’influenza russa, non fidandosi degli occidentali.   CONCLUSIONI   Per concludere, possiamo affermare  che quasi ogni paese della regione è legato più o meno direttamente alla Russia. Se gli Stati Uniti vorranno stringere un’alleanza con uno di questi stati dovranno tenere conto degli interessi di Mosca, che probabilmente venderà a caro prezzo la propria collaborazione.

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