Il 31 gennaio 2009 lo sceicco Sharif Ahmed, un islamico moderato, è stato eletto dal governo di transizione alla presidenza della Somalia. Sharif ha rimpiazzato Abdullahi Yusuf, che si era dimostrato incapace di incorporare gli elementi islamici moderati nel suo governo.
Sharif, che rappresenta gli interessi degli islamici moderati, cercherà di isolare gli elementi somali radicali. In passato il presidente era stato il leader politico dell’ala politica del Consiglio Supremo delle Corti Islamiche, che controllava la Somalia meridionale e centrale durante la seconda metà del 2006. Ma dopo l’invasione dell’Etiopia, Sharif è scappato a sud, dove è stato catturato e portato in Kenia per essere interrogato. Dopo essere stato rilasciato, è stato in esilio in Eritrea, Yemen e Arabia Saudita, ed è divenuto leader dell’Alleanza per la Ri-Liberazione della Somalia (ARS).
La sua elezione alla presidenza è stata appoggiata dall’Etiopia e dagli Stati Uniti, che gli offriranno tutto l’aiuto necessario per ridurre le tensioni politiche e porre fine ai conflitti in atto.
Sharif però gode di un appoggio limitato all’interno del paese, in quanto privo di una base politica nelle regioni settentrionali del Puntland e di Somaliland, e quindi la sua influenza sulla pirateria sarà alquanto scarsa. Inoltre la milizia islamica di al-Shabab ha immediatamente dichiarato guerra al nuovo governo. Sharif cercherà di impedire che gli islamisti prendano il controllo del paese, ma l’esito della battaglia contro l’insurrezione non è affatto scontato.
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