2 marzo 2009
Il piccolo stato africano della Guinea Bissau ottenne l’indipendenza dal Portogallo nel 1974, in seguito a una campagna rivoluzionaria di liberazione guidata dal carismatico Amilcar Cabral, appoggiata da Cuba.
Ha una popolazione di 1,6 milioni di abitanti, e una storia di colpi militari e di instabilità politica. O
ggi è un importante crocevia del traffico internazionale di cocaina.
Joao Bernardo ‘Nino’ Vieira prese il potere nel 1980 con un sanguinoso colpo di stato e rimase al potere per i successivi 19 anni. Nonostante avesse abbandonato i principi socialisti della lotta di liberazione e si fosse schierato a favore dell’economia di mercato e di un sistema multipartitico,
il suo regime era caratterizzato da una dura repressione dell’opposizione politica e dall’eliminazione dei rivali. Furono organizzati in questo periodo numerosi colpi di stato per farlo cadere, ma fallirono tutti.
Nel 1994 Vieira venne eletto nelle prime elezioni del paese, ma venne rovesciato nel 1999 dopo un anno di guerra civile.
Nel febbraio del 2000 un governo di transizione affidò il potere al leader dell’opposizione ed ex insegnate di filosofia, Kumba Yala, vincitore delle elezioni con il 72% dei voti.
Nel 2003 Kumba Yala venne estromesso con un sanguinoso colpo di stato militare. Le elezioni successive si tennero nel 2005: Vieira venne rieletto presidente e promise di rilanciare lo sviluppo economico e di avviare una riconciliazione nazionale. Le elezioni vennero definite dagli osservatori europei calme e ben organizzate.
Ma due anni più tardi l’ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine dichiarò che la Guinea rischiava di diventare un narcostato.
Il governo non ha la capacità né i mezzi per combattere la criminalità organizzata. Il traffico di droga genera introiti pari a dieci volte il reddito dell’intero paese e alimenta feroci rivalità all’interno dell’esercito.
Fonte: The Guardian
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