Il primo marzo 2009 il presidente guatemalteco Alvaro Colom ha ricevuto minacce di morte al telefono. I servizi segreti del paese ritengono che le minacce provengano dai Los Zetas, uno dei più feroci cartelli della droga messicani.
Nel novembre del 2007 Colom aveva lanciato un’offensiva nella regione nordoccidentale contro i Los Zetas, che ha portato all’arresto di dieci membri dell’organizzazione.
Nell’aprile del 2008 la polizia ha arrestato il numero due dei Los Zetas, Daniel ‘El Cachetes’ Perez Rojas, durante un conflitto a fuoco fra cartelli rivali.
L’ex ministro degli interni e il capo della polizia hanno ricevuto più volte minacce di morte da un individuo messicano che chiedeva il rilascio di Rojas.
Questa non è la prima volta che il presidente riceve minacce dalla criminalità organizzata: nel settembre del 2008 Colom dichiarò che erano state installate di nascosto sette microspie a casa sua e nel suo ufficio da membri del Segretariato Strategico al soldo dei cartelli della droga.
Questo significa che la criminalità organizzata è capace di raggiungere i vertici dello stato guatemalteco e di minarne la stabilità.
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